AIRE sì, AIRE no
Se ne parla ovunque. Se ne parla sempre.
Se ne parla con terrore.
La questione dell’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero è davvero un nodo gordiano.
Ma cosa vuol dire realmente? Cosa implica? Home… In Italí Innanzitutto, l’iscrizione all’AIRE per espatriati “di lungo periodo” è obbligatoria.
La legge non dice che puoi farlo, se vuoi, se lo credi opportuno, quando vuoi e con i tuoi tempi.
“I cittadini italiani che trasferiscono la loro residenza da un comune italiano all’estero devono farne dichiarazione all’ufficio consolare della circoscrizione di immigrazione entro novanta giorni dalla immigrazione“, ecco cosa dice l’art. 6, I comma, della L. 27 ottobre 1988, n.470.
Certo, i novanta giorni sono un termine meramente ordinatorio dato che si è sempre in tempo a regolarizzare la propria posizione anagrafica.
Ma che accade se non ti iscrivi?
L’obbligo, in effetti, è privo di sanzione. Per cui, niente multe, niente ammende, nessun reato (e ci mancherebbe).
Tuttavia, scaduti i 90 giorni, “gli uffici consolari provvedono ad iscrivere d’ufficio (…) i cittadini italiani che non abbiano presentato le dichiarazioni, ma dei quali (…) abbiano conoscenza, in base ai dati in loro possesso” (art. 6, VI comma).
Questo è quello che prevede la norma, che poi lo facciano è un altro paio di maniche, tutto da verificare sul campo.
Ma a voler guardare il pelo nell’uovo, forse si potrebbe considerare una sanzione “indiretta” quella secondo cui – per dirla in modo tranchant – se non sei iscritto all’AIRE, sei considerato fiscalmente residente in Italia; e se sei fiscalmente residente in Italia, allora sei tenuto dichiarare lì anche i redditi prodotti all’estero, pagandone le relative tasse. Questo in linea di massima – e detta in maniera alquanto grezza – sempre che con il tuo nuovo paese di elezione (come ad esempio succede per la Nuova Zelanda) non esista una convenzione per evitare la doppia imposizione. Discorso ampio e complesso che merita un approfondimento a parte.
Come ci si iscrive all’AIRE
Il sito web dell’Ambasciata italiana a Wellington è decisamente esaustivo.
Lì potete informarvi su cosa sia l’A.I.R.E. e cosa comporti esservi iscritto e il modulo da compilare ed inviare in Ambasciata, oltre a quello per informare del cambio di residenza da una circoscrizione estera ad un’altra.
L’Ambasciata ha solo il compito di verificare che la domanda sia correttamente compilata e completa della documentazione necessaria [estremi della trascrizione in Italia degli atti di stato civile (nascita, matrimonio, decesso, acquisto altra cittadinanza, etc.); documento di identità in corso di validità; permesso stabile di residenza in NZ o visto con durata almeno annuale; documentazione comprovante la residenza (ad esempio: contratto di lavoro, bolletta del telefono o simile)]. Se il controllo ha esito positivo, allora l’Ufficio consolare inoltrerà la richiesta di iscrizione al Comune italiano di ultima residenza; in caso contrario, richiederà all’interessato l’eventuale documentazione mancante.
Badate bene, per esperienza personale posso dire che i tempi di verifica possono essere assai lunghi. Non disperate e fatevi vivi, di tanto in tanto, chiedendo lo stato della vostra pratica.
Cosa succede con l’iscrizione all’AIRE
Con l’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero si comunica ufficialmente di aver spostato la propria residenza, ovvero la dimora abituale, in un altro stato. Da questa semplice dichiarazione scaturisce una serie di conseguenze.
1. L’esercizio del diritto di voto
Innanzitutto, i cittadini residenti all’estero e regolarmente iscritti all’AIRE potranno esercitare direttamente dall’estero il proprio diritto di voto e la preferenza si manifesta, normalmente, per corrispondenza.
2. Servizi consolari
Con l’iscrizione all’AIRE si ha diritto ad una ampia assistenza all’estero potendo ottenere – in tempi più rapidi – il rilascio o rinnovo di certificazioni varie e di documenti di identità, di viaggi e la patente di guida.
Facciamo un esempio:
Giulia, non iscritta all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, deve rinnovare il passaporto. Per poter prendere in carico la sua domanda, l’ufficio consolare a Wellington dovrà ricevere il nulla osta della Questura del suo comune di residenza in Italia. Va da sé che i tempi di rilascio del nuovo passaporto si allungano.
Marco, invece, è un italiano iscritto all’AIRE. Per rinnovare il suo passaporto dovrà presentarsi personalmente in Ambasciata con NZ$175, farsi rilevare le impronte digitali e UALLÀ: ecco il suo nuovo fiammante documento di viaggio subito pronto e disponibile!Ci sono tuttavia certificati per i quali l’Ambasciata non può nulla.
Sono i famigerati certificati penali e dei carichi pendenti, per i quali non c’è storia: devi rivolgerti direttamente alla cancelleria del tribunale del tuo comune di residenza. Certificati penali 3. Limitazioni nell’assistenza sanitaria in Italia
Iscrivendosi all’AIRE si perde il diritto in Italia al medico di base, all’assistenza ospedaliera tramite mutua e all’acquisto dei medicinali dietro pagamento del solo ticket. L’unica cosa che non si perde è il diritto all’assistenza sanitaria urgente, quella cioè che passa per il pronto soccorso, per un periodo massimo di 90 giorni anche non consecutivi per anno solare.
Questo, però, vale soltanto per coloro che sono nati in Italia e per i titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani che rientrino temporaneamente in Italia.
Ai sensi del DM 1 febbraio 1996 ai cittadini con lo stato di emigrato ed ai titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani, che rientrino temporaneamente in Italia, sono riconosciute, a titolo gratuito, le prestazioni ospedaliere urgenti e per un periodo massimo di 90 giorni per ogni anno solare, qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per le suddette prestazioni sanitarie. Per ottenere le prestazioni ospedaliere urgenti va sottoscritta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui si dichiara, oltre al proprio stato di emigrato, che non si è in possesso di una copertura assicurativa pubblica o privata contro le malattie. [forse abrogata dalla Legge di Stabilità 2017… da confermare]
Attenzione: alcune regioni (ad esempio il Veneto) garantiscono un assistenza sanitaria più ampia nei confronti dei cittadini emigrati dalla propria regione. Pertanto si consiglia di rivolgersi presso gli Assessorati regionali e provinciali alla Sanità.
4. Tasse e dichiarazione dei redditi
In linea generale, con l’iscrizione all’AIRE la dichiarazione dei redditi si fa nel Paese di residenza e non più in Italia.
Mentre il mantenimento della residenza in Italia comporta l’obbligo di pagare le imposte in patria anche sui redditi prodotti all’estero, salvo previsioni particolari contenute nelle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni.
E l’Italia e la Nuova Zelanda hanno sottoscritto un trattato contro la doppia imposizione!Dal punto di vista di tasse e balzelli, poi, i residenti all’estero godono anche della possibilità di farsi rimborsare l’IVA pagata sui beni acquistati in Italia. Clicca sul pulsante e fatti una cultura! Rimborsami l’IVA!
5. IMU
Quella che fino a ieri era la tua prima casa, l’abitazione principale, quella di residenza sulla quale non pagavi alcuna imposta, con l’iscrizione all’AIRE, ecco che improvvisamente si trasforma in “seconda casa” su devi pagare la sua bella l’IMU come se fosse, per l’appunto, una “seconda casa”. Sempre che … be’, se vuoi sapere di più, vai nell’apposita sezione.