Ti iscrivi all’AIRE ed uallà! Ecco che improvvisamente la tua unica casetta in Italia diventa “seconda abitazione” e ci paghi l’IMU!
E che IMU!

Perché, se fino all’anno scorso, i comuni avevano la possibilità di assimilare all’abitazione principale l’unico immobile posseduto in Italia da un iscritto all’AIRE, dal 2015 – e per l’anno fiscale 2014 – niente da fare: si paga e salato anche!
L’art. 9-bis, comma 1, del d.l. n. 47/2014, convertito, con modificazioni, nella Legge n. 80/2014, ha infatti sostituito il vecchio dispositivo con la previsione della totale esenzione fiscale per i pensionati iscritti all’AIRE (la casa posseduta dai cittadini non residenti, iscritti all’AIRE, già pensionati nei rispettivi paesi di residenza, viene assimilata all’abitazione principale a condizione, però, che quella non sia locata o concessa in comodato).
Ma l’esenzione vale solo per loro.
Per tutti gli altri, l’IMU si paga applicando l’aliquota stabilita dal tuo comune di ex residenza per le “seconde case”. E per chi non solo sapesse, questo vuol dire aliquota magicamente raddoppiata.
Ma se siete fortunati, e non avete affittato o dato in comodato d’uso la vostra magione, magari il vostro comune prevederà una aliquota agevolata. Non vi illudete però: tassazione più favorevole sì, ma mica poi cosi’ tanto. Sempre una bella mazzata rimane!
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Quanto alla TASI, la Tassa sui Servizi Indivisibili,  la Legge di Stabilità per il 2016 ha stabilito l’esenzione totale dalla TASI per i nostri fortunati pensionati, mentre per noi giovinastri, che una pensione non la vedremo nemmeno col binocolo, continueremo a pagarla, anche se l’anno scorso il mio comune aveva ritenuto opportuno individuare nei soli immobili che godevano dell’esenzione dall’IMU le fattispecie cui applicare l’assoggettamento alla TASI. In soldoni, se pagavi quasi mille eurini di IMU ti abbonavano quel paio di centoni di TASI.

La TARI (la Tassa sui Rifiuti), invece, si paga anche se in misura ridotta.
I cittadini italiani che vivono stabilmente all’estero, pensionati nei Paesi di residenza, beneficiano della riduzione della TASI e della TARI a un terzo (art. 9-bis del D.L. n. 47/2014, che ha modificato l’art. 13 del c.d. decreto Monti); mentre tutti gli altri possono chiedere (non è automatica) una riduzione della TARI del 30% documentando dettagliatamente che nell’immobile italiano ci passano meno di 183 giorni all’anno.

NB. Secondo la risoluzione n. 6/DF, l’agevolazione è applicabile solamente nel caso in cui i cittadini italiani residenti all’estero siano percettori di:
pensioni in convenzione internazionale, nelle quali la contribuzione versata in Italia si totalizza con quella versata in un Paese estero;
– pensioni autonome italiane e pensioni estere.
Restano esclusi dall’esenzione sia i non pensionati, sia i cittadini italiani pensionati che godono di una pensione italiana, sia – infine – i cittadini italiani pensionati che percepiscono una pensione da parte di uno stato estero diverso da quello di residenza.
Posso dire che a me pare ‘na… sciocchezza?

Però la finanziaria, ops, la legge di stabilità per il 2016 (L. del 28 dicembre 2015, n. 208) una qualche novità interessante l’ha introdotta. Si tratta di una buona notizia che non riguarda specificamente gli AIRE, ma che comunque potrebbe far felici anche noi.
L’art. 53 recita, infatti:
“All’articolo 13 del decreto-legge  6  dicembre  2011,  n.  201 (il cosiddetto decreto Salva Italia), convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.  214, dopo il comma 6 e’ inserito il seguente:
«6 bis. – Per gli immobili locati a canone  concordato  di  cui  alla legge 9 dicembre 1998,  n.  431,  l’imposta [IMU, ndr], determinata  applicando l’aliquota stabilita dal comune ai sensi del comma 6, è  ridotta  al 75 per cento».”
In più, all’art 54 si prevede che:
“Al comma 678 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre  2013,  n. 147 (Legge di stabilita’ 2014), e’ aggiunto, in fine, il seguente  periodo:
«Per  gli  immobili locati a canone concordato di cui alla legge 9 dicembre 1998, n. 431, l’imposta [TASI, ndr], determinata applicando l’aliquota stabilita dal comune  ai sensi del comma 683, e’ ridotta al 75 per cento».”
Un 25% di sconto sulle nostre imposte che non fa affatto schifo, dal momento che mediamente una seconda casa, se affittata, può costare benissimo anche 1200 € di IMU. In questa ipotesi, e ogni riferimento a fatti, persone e circostanze è puramente casuale, i felici locatori nel 2016 andranno a risparmiare all’incirca 300 €.
Certo, è una misura limitata agli affitti concordati, ma meglio di niente, no?