Taika Waititi, 2010

Che siate o non siate amanti della Nuova Zelanda, non importa, “Boy” dovete guardalo: è una commedia esilarante con un retrogusto amaro che la rende dolcissima.

Si ride fin dalle prime battute, da quella strampalata ed immaginifica presentazione iniziale con cui Boy ci introduce nel suo mondo fatto di una famiglia senza  genitori, un fratello minore introverso e fantasioso, una nidiata di cugini, gli amici dai nomi improbabili (Dallas, Dynasty, Falcon Crest e Chardonnay), pochi, pochissimi adulti e ovviamente il suo idolo, Michael Jackson.

“Boy” è il classico film di formazione che, però, diversamente da “La ragazza delle belene”, non è né didascalico né convenzionale. Ci racconta di una manciata di giorni nella vita di questo giovane ragazzo māori e della smitizzazione del padre. Un genitore che non sarà Michael Jackson, un mastro cesellatore, un campione del rugby, ma alla fine rimane sempre suo padre. Un po’ disastrato, assente, disattento, ma è tutto quello che ha. A parte una nonna dallo sguardo complice.
Il film è ambientato – e girato – su al nord, nella bellissima Bay of Plenty,
Una zona della Nuova Zelanda che mi manca. Dovrò rimediare presto!