CHI È
“…and everything’s sticky with the advertising magic
but not everyone’s a fan of Bilbo Baggins and Peter Jackson
I hate the fucking All Blacks more than you can imagine
and the Air New Zealand safety videos make me wish the plane is crashing…”
A giudicare da questi quattro versi di The New New Zealand si capisce che Dominic Hoey non è uno che la manda a dire, anche se quando lo vedi seduto al tavolino a battere poesie sulla sua macchina da scrivere, con accanto il suo cagnolino e un six-pack di birre in una busta la prima impressione è che sia un pacioccone.
Hoey ha iniziato la sua carriera artistica come rapper con il nome d’arte Tourettes, che adesso pare l’abbia un po’ stancato, ma dice che è un po’ difficile toglierselo di dosso, soprattutto visto che ce l’ha tatuato sul petto. Come Tourettes ha pubblicato cinque album, due libri di poesie e collaborato a quattro cortometraggi, ma Iceland, il romanzo di cui vi parlerò, l’ha pubblicato come Dominic Hoey.

Hoey ha iniziato la sua carriera artistica come rapper con il nome d’arte Tourettes, che adesso pare l’abbia un po’ stancato, ma dice che è un po’ difficile toglierselo di dosso, soprattutto visto che ce l’ha tatuato sul petto. Come Tourettes ha pubblicato cinque album, due libri di poesie e collaborato a quattro cortometraggi, ma Iceland, il romanzo di cui vi parlerò, l’ha pubblicato come Dominic Hoey.
Dalla sua scrittura traspare una personalità genuina: il successo (sempre relativo, lo conoscono solo in Nuova Zelanda) di Iceland non ha danneggiato l’integrità artistica di un musicista-poeta-scrittore che ha sempre cercato di discostarsi dalla narrativa “promozionale” della Nuova Zelanda per proporne una alternativa, che appartenga a lui e a tutte quelle persone rifiutate da una società che guarda sempre più al profitto a discapito dei rapporti umani, e che rispecchi la realtà della vita in una grande città come Auckland, dove il divario tra ricchi e poveri si sta allargando sempre più senza lasciare nulla in mezzo.
COSA HA SCRITTO
Iceland è la storia d’amore di Zlata e Hamish, lei aspirante musicista, lui graffitaro col sussidio di disoccupazione, ambientata a Grey Lynn, Auckland.
Le voci di Zlata e Hamish si alternano per 68 capitoli in un lento conto alla rovescia il cui effetto è, paradossalmente, di accelerare il ritmo del romanzo: si percepisce l’urgenza, la tensione dei personaggi che cercano confusamente e affannosamente di cambiare vita, di scappare da una città, dal quartiere in cui sono nati e cresciuti e che non riconoscono più.
Il linguaggio dei personaggi è realistico, suona vero: Zlata e Hamish potrebbero essere due nostri conoscenti o due qualsiasi delle persone che bazzicano K’Road il venerdì sera. Nel romanzo Auckland è una presenza che percepiamo ma non vediamo mai direttamente. Dominic descrive la città facendola emergere dai dialoghi e dai soliloqui dei personaggi. Zlata parla al passato, Hamish al presente; Zlata la sentiamo disillusa, ci parla dei suoi ricordi e la Grey Lynn che vediamo con i suoi occhi è un quartiere quasi post-apocalittico. Hamish invece vive nel presente, sta cercando di cambiare la sua vita ma sembra che in realtà stia bene lì dov’è, che questo è effettivamente il suo presente e tale rimarrà.
Attraverso Zlata e Hamish sperimentiamo tutti i problemi e i difetti di Auckland: la crisi degli alloggi, gli autobus che non funzionano (ogni mattina, come Hamish “I get on the bus, fighting the urge to punch the driver for being so fucking late.”), la gentrificazione selvaggia che sta appiattendo le peculiarità di posti come K’Road e Grey Lynn stessa, contribuendo a rendere Auckland una non-città uguale a tante altre, dove la street-art ormai è solo su commissione ed è accettata solo perché aumenta il valore di quel palazzo dandogli quel sapore “urbano” e “artistico” che però sa di artificiale.
In tutto questo, che cavolo c’entra l’Islanda? Quanti di noi sono venuti qui in Nuova Zelanda perché è il posto più lontano in cui scappare da problemi personali o situazioni economiche nazionali infelici? Sicuramente tanti. E se in Nuova Zelanda ci sei nato? Dove scappi da una storia d’amore finita male o da un Paese che non riconosci più come il tuo?
“Iceland”, she says.
“Where’s that?”
“As far away as you can get from here”.
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
In questo periodo Dominic è in tour in Nuova Zelanda per promuovere il suo libro e fare un po’ di musica con un certo Skyscraper Stan, che pare sia uno molto alto.
Qui trovate tutte le date e i biglietti.
Che riusciate ad andare a un suo spettacolo o meno, ovviamente leggete Iceland. Edito dalla Steele Roberts, lo trovate in qualsiasi libreria e sul sito della casa editrice.
Su The Spinoff trovate la playlist con le canzoni citate nel libro.
Questo è il sito Bandcamp di Dominic: www.tourettesone.bandcamp.com ci trovate i suoi album e anche i suoi libri di poesie.