Questa puntata di Kiwi-libri e Kiwi-autori sarà un po’ diversa dalle altre e forse sconfinerà un po’ in Non solo pizza e Pavlova, perché stavolta vi parlo di un insolito libro di ricette.

Vivendo all’estero ho avuto la conferma che noi italiani siamo decisamente ossessionati dal cibo. È da un po’ che presto attenzione alla piega che prendono le mie conversazioni e, gira e rigira, finisco sempre a pontificare su cibo e ricette e preparazioni e metodi e varianti regionali.
C’è da dire che vengo da una famiglia in cui il cibo e la cucina occupano una posizione alta nella classifica delle priorità (galateo a tavola incluso), ma mi sento di dire che in generale gli italiani hanno delle convinzioni particolarmente incrollabili riguardo il “buon cibo”, cosa possa essere considerato tale e, soprattutto, cosa non potrà mai esserlo (qualcuno vuole una pizza con l’ananas?). Ogni tanto voglio credere di essere diversa, ma poi mi accorgo del grande sospetto che nutro nei confronti dei cannoli siciliani ripieni di cose che non siano ricotta e mi rendo conto che niente, sono proprio italiana.

Posso però affermare con certezza di essere una gastronauta curiosa e che pochi dei posti che ho visitato o in cui ho vissuto sono culinariamente stimolanti quanto Auckland. Non mi sorprende quindi che Dirt, di Gemma Walsh, sia stato concepito proprio qui. La cosa che mi ha sorpreso è stata realizzare (finalmente!) che l’idea di convivialità, di cucinare con cura e attenzione per gli ingredienti, di trasformare il momento della consumazione del cibo da mero atto necessario alla sopravvivenza a un momento di gioia e condivisione, che finora consideravo “molto italiana”, è in realtà universale e – udite udite! – i Kiwi non sono da meno.

Come avevo preannunciato, Dirt è un ricettario diverso da quelli a cui siamo abituati: è un libriccino elegante, discreto, con un formato da tascabile, copertina morbida e foto dal gusto surreale che lasciano decidere all’immaginazione del lettore quale sarà l’aspetto del piatto finito, svincolando il cuoco che si cimenterà con le ricette da qualsiasi dogma estetico. Le 12 ricette vegane sono ideate e cucinate da Gemma Walsh, chef di Auckland, che le ha condivise con i suoi ospiti in una serie di cene, brunch e pranzi. Tra gli ospiti c’è sempre uno/a scrittore/ice che dovrà poi scrivere un pezzo ispirato dal piatto e dall’incontro stesso. Traccia libera, non ci sono restrizioni di argomento o formato.

L’idea alla base di Dirt è che ognuno di noi risponde in maniera diversa ai sapori, alle consistenze, agli accostamenti, generando, per ogni ricetta, un’esperienza individuale. La maggior parte delle volte il piatto di Walsh ha un effetto proustiano, rievoca ricordi e sensazioni legati a famiglia o amici: la casa dei nonni e il profumo del curry della domenica, la casa in cui si è vissuto da studenti mangiando per una settimana la stessa cosa per risparmiare, il doufu fatto in casa e quando si andava tutti insieme a raccogliere il crescione d’acqua.

In Dirt il cibo diventa anche uno spunto di discussione politica nel dialogo tra Lana Lopesi e Rosabel Tan, in cui le due autrici si interrogano su che ruolo abbia il cibo nella definizione della propria identità in quanto pasifika o asiatici, sul rapporto che i popoli polinesiani hanno col cibo e su come questo rapporto sia cambiato a causa della colonizzazione.

Dirt è stato progettato per nutrire pancia e mente, per ricordarci che mangiare non è solo sopravvivenza ma può (e deve) essere un momento di riflessione sulle nostre origini, sul nostro presente e sul nostro futuro.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Trovate Dirt sul sito della Gloria Books, insieme ad altri libri dal design curatissimo. Se volete approfondire la genesi di Dirt, sempre su Gloria Books trovate una conversazione tra Gemma Walsh e l’editor Katie Kerr