Il laureato

Il processo per diventare PhD in Nuova Zelanda è relativamente semplice. Non esistono concorsi e ci sono poche università dove questo programma di studi viene offerto. Partendo quindi da una sana googlata si arriva alla pagina delle università neozelandesi.
Sulla colonna di destra trovate i link dei campus universitari presenti nel paese. Le cose importanti da sapere sono a questo punto il ranking dell’universià e se vengono offerte borse di studio, dette scholarships, che normalmente ammontano a poco più di 2mila dollari al mese.
Il ranking è importante se volete fare carriera: avere un titolo dall’università di Harvard non è proprio come avere un titolo del Cepu. Dunque a seconda della vostra facoltà o area di studi bisognerebbe cercare di capire dove si colloca l’Università dove andrete a fare domanda, ovviamente più è in alto nel ranking più l’ingresso è competitivo.
Se vi interessa solo avere un PhD in fin dei conti potrete andare dove e se vi offriranno la scholarship, sta a voi decidere. Come potete notare, la Nuova Zelanda non vanta prime posizioni in nessuna disciplina, non è certo appetibile come gli Stati Uniti, ma proprio per questo è più facile che vi ammettano con una scholarship.
Primo passo è sapere in cosa volete prendere il PhD. Qui potete anche decidere per l’interdisciplinarità e decidere, ad esempio, di ricercare simultaneamente nel campo della filosofia e dei media, della medicina e dell’etica, della religione e della letteratura. Quando avete più o meno in mente cosa vi piacerebbe fare (tenendo presente che vi ci dovete dedicare al 100% per almeno 3 anni), andate a cercare il dipartimento di competenza nei siti web delle università
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Là dovreste trovare tutto lo staff del dipartimento con i curricula e le aree di ricerca di cui si interessano i singoli ‘lecturers’ o ‘professors’. Quando avete individuato almeno due persone che potrebbero farvi da supervisori, guidandovi nella vostra ricerca, in quanto esperti del campo, potrete mandare loro una mail. Una nota di interesse: non siate eccessivamente leccaculo, qui non ci sono titoli come Egregio, chiarissimo, Eminenza, Signore e Padrone… una mail informalmente educata basta. Soprattutto però siate chiari e concisi altrimenti questi si addormentano al vostro terzo e italianissimo giro di parole.

Se va tutto bene e vi rispondono che sono interessati vi chiederanno di mandare un proposal, che deve contenere a grandi linee il vostro progetto di ricerca per i 3 anni, la teoria di riferimento, un abbozzo di bibliografia, cosa vi aspettate di ricavare da questa ricerca, ma soprattutto cosa portereste di nuovo alla scienza che già qualcuno non abbia detto. Vi diranno che sarà necessaria una prima bozza di proposal, di non preoccuparvi perché poi una volta qui avrete il primo anno per finirla… NO finitela prima di arrivare, non perdete tempo.
In alcune università bisogna presentare il proposal solo in certe date, in altre ogni momento va bene, informatevi mandando una mail al postgraduate office e fatevi dire che scadenze ci sono.
Se c’è un Handbook in pdf, scaricatelo e leggetelo, non serve uccidere di mail una segretaria (che tanto vi farà solo dei copia-incolla) se tutte le risposte stanno già là nel libricino.
I vostri supervisori, una volta ricevuto il vostro proposal, dovranno perorare la vostra causa al board del dipartimento e al board dell’università. Loro decideranno del vostro futuro, se verrete ammessi e soprattutto se vi meritate la borsa di studio.

Essere ammessi è la parte più facile, ricevere la borsa di studio è una discriminante importantissima. Non venite qua se non ve la offrono. Vi spiego perché: chi riceve la borsa di studio non paga le tasse annuali per l’iscrizione al corso di PhD, tasse che si aggirano attorno ai 7mila dollari l’anno, se non di più. Oltre a quello, tutti (anche i borsisti) devono pagare circa $1000 per i servizi offerti agli studenti tra cui palestra, biblioteca, internet, spazio ufficio ecc.
Vedrete dunque che senza i 2000$ al mese che vi servono per l’alloggio e il cibo e in più dovendo pagare i 7mila dollari, sopravvivere diventa complicato. Qui, inoltre, spesso fanno i furbetti e non offrono le borse di studio agli studenti internazionali che hanno il sogno di raggiungere la Nuova Zelanda in quanto terra promessa (ma de che?), in questo modo pensano di poter guadagnare i 7mila $ di tasse l’anno, non spenderne 25mila per 3 anni di tasca loro o eventualmente non far arrivare uno straniero nel paese.
Quindi non siate disposti a tutto, siate disposti al giusto.

Se siete tra i fortunati a ricevere sia l’offerta del posto da PhD e la scholarship allora potete partire con la richiesta dello Student Visa, tenendo conto che da PhD possiamo godere di alcuni privilegi, come quello di portarci figli e compagni al seguito provvisti i primi di student visa anch’essi (paganti domestic fees a scuola) e di work visa valida per 3 anni e per tutta la Nuova Zelanda i secondi.
Occorre tuttavia coprire sé stessi e l’eventuale famiglia con un’assicurazione sanitaria perché non essendo residenti si potrebbe incorrere in costi accessori per la salute (dottore, dentista). In ogni caso le assicurazioni sono là per i vostri soldi e non per il vostro benessere per cui controllate per cosa siete coperti e munitevi di lente di ingrandimento. L’assicurazione per una famiglia si aggira attorno ai 1,500 dollari all’anno. Per il singolo meno di 1,000 dollari.
Chi si porta la famiglia deve tenere conto dei seguenti pericoli: il costo della vita è piuttosto elevato e 2,000 dollari bastano a mala pena per una persona; se si conta sul fatto che il compagno/a trovi subito lavoro vi auguro che il fattore culo vi assista perché non sempre il mercato del lavoro è privo di razzismo e/o disponibile ad assumere stranieri al primo impiego in Nuova Zelanda. Potrebbe passare da qualche mese a un anno nel migliore dei casi, potrebbe non succedere nel peggiore.

L’ufficio per i postgraduate students dell’università dovrebbe aiutarvi a trovare alloggio prima di arrivare, ma se non volete pagare alla cieca (che a Dunedin sarebbe l’ultima cosa che fate prima di morire di freddo o di party spinto), meglio prendere una decina di giorni in un ostello e cercare una stanza stando attenti al budget, le spese incluse, i coinquilini e soprattutto alle condizioni della casa (isolamento termico, finestre, muffe nascoste sotto la moquette, dietro le tende, sotto il materasso). Qui gli studenti sono trattati come fonte di guadagno (in alcuni posti più di altri) e vedrete che ogni intenzione è volta a spremervi denaro (affitti, trasporti, assicurazioni ecc.). Va anche detto che i campus offrono parecchio (pranzi a 3 dollari, palestra gratis, biblioteca aperta 24/7, connessioni internet gratuite, uffici ben forniti…mica briciole).

A questo punto siete arrivati in Nuova Zelanda con il vostro contratto si 3 anni: andate all’ufficio di competenza, registratevi, pagate le tasse e iniziate a fare tutti i corsi di orientamento offerti (sono gratis). Vi insegneranno come usare la biblioteca e chi ci lavora all’interno, vi insegneranno a scrivere in maniera scientifica, a cercare ed ottenere le risorse. Tenetevi informati sui grant, somme di denaro una tantum che vi aiutano a coprire i costi per conferenze e field work se necessario.
Quando arrivate in dipartimento vi sarà dato una postazione di lavoro, se qualcosa non funziona non siate timidi, chiedete ciò che vi serve. Vi verrà domandato come vi trovate… se l’ufficio è un casino fatevi cambiare posto, fatevelo rimettere in ordine, chiedete un posto da soli… insomma createvi le condizioni necessarie per portare a termine il vostro compito, non siete schiavi, non siete i ruffiani di nessuno, si lavora.

Appena iniziate dovreste firmare un MOU (Memorandum of Understanding) con il vostro supervisor principale. Si tratta di una lista di richieste da parte di entrambi che devono essere rispettate. Se a voi serve un field work di un anno per mettere insieme i dati per la vostra tesi dovete farlo scrivere là… non si sa mai che qualcuno cambi idea e poi ci fossero problemi ad assentarsi per 12 mesi.

Il supervisor: di solito vi sono assegnati due supervisor secondo un sistema di percentuali. Come già detto essi potrebbero appartenere a dipartimenti diversi a seconda che la vostra tesi sia più o meno interdisciplinare. Le percentuali più comuni sono 50% ciascuno se le discipline pesano allo stesso modo oppure 80%-20% se magari dal supervisor secondario serve solo una rilettura veloce in fase di revisione della tesi.
Ci sono tipi diversi di supervisor: quelli che vi stanno sul collo e quelli che non esistono. Ecco, dipende da come lavorate voi e da che tipo di assistenza avete bisogno, se vi accorgete che non c’è feeling potete chiedere di cambiarli. Il ruolo di questa figura è importantissimo e, se siete di quelli che hanno bisogno di essere frustati per produrre, chiedete al vostro supervisor di stimolarvi; se invece siete delle creature aliene capaci di imporsi a il rispetto delle deadline senza bisogno di interventi esterni, allora chiedete che vi sia concesso un po’ di guinzaglio.
Se il supervisor dice sempre che tutto è perfetto è lecito dubitare della sua preparazione, o siete dei geni o lui/lei non vi stanno leggendo con attenzione. Rarissimamente una stesura torna senza commenti. Almeno commenti insomma.
Dato che in Nuova Zelanda non vengono offerti corsi teorici ai PhD, ma si basa tutto principalmente sulla vostra capacità di approfondire i temi che vi interessano/servono per lavorare, i primi mesi servono a crearsi una base teorica solida su cui scrivere la tesi. Il vostro supervisor vi sarà d’aiuto in questo: vi suggerirà letture, proporrà di tenere lezioni agli studenti, chiederà di presentare ai seminari di dipartimento. Se avete intenzione di fare carriera universitaria fate tutto quello che serve a costruirvi un CV decente: pubblicate articoli, andate a conferenze e conoscete gente. Se invece siete qui per ottenere il PhD e poi cambiare lavoro allora è un’altra questione. Scrivete la tesi e basta.
Ogni sei mesi per il primo anno e poi annualmente ci sarà una progress review in cui verrete giudicati a seconda del progresso che state facendo con il vostro lavoro di ricerca. Dovrete rispettare i tempi e gli accordi presi con il MOU. Se non li rispettate è ok, ma cambiate il MOU e spiegate perché non è stato possibile rispettarli.
Al termine del terzo anno la vostra tesi dovrebbe essere pronta. Rivista, editata da un madrelingua se necessario. Dopo la consegna riceverete 3 mesi di borsa di studio in più che potrete usare per pubblicare articoli intanto che aspettate la valutazione della vostra tesi da parte di un panel.
Il panel è costituito dal vostro supervisor, da un docente neozelandese e da un membro dell’accademia all’estero. Loro esprimeranno le loro valutazioni, commenteranno e se necessario scriveranno se ci sono delle variazioni da fare. I voti possibili sono A = Passato. B = cambiare qualcosina per la pubblicazione per il resto a posto… se poi non avete voglia di cambiare e non vi interessa pubblicare la tesi perché non intendete fare carriera universitaria, intascatevi il dottorato e non modificate nulla nella tesi. C = il terrore dei mari… major changes: dovete riprendere in mano la tesi e riscrivere alcune parti seguendo le istruzioni dei giudici e motivare le vostre scelte nel caso vogliate tenere delle parti così come sono. Non dovete pagare le tasse universitarie, ma solo chiedere un’estensione. D = failed. Niente dottorato.

Se invece vedete che non riuscite a rientrare nei 3 anni e vi serve più tempo, allora dovete iscrivervi di tasca vostra: ormai non ha senso iscriversi full-time, potete optare per un part-time così nel frattempo potete anche lavorare e pagate la metà delle tasse. Verificate con l’ufficio immigrazione se è possibile ottenere l’estensione di un anno del vostro visto.
Al termine del percorso da PhD avete diritto ad un visto lungo fino ad un anno per cercare lavoro in Nuova Zelanda, attenti perché se siete qui con famiglia a loro il prolungamento del visto non è concesso di default. Dovreste essere residenti per poter restare tutti. Nel caso potreste rimanere voi, cercare lavoro e richiamare la famiglia una volta ottenuto.

Valutazioni soggettive: il PhD non è un percorso facile, è faticoso, frustrante e sottopagato. Ciò che vi sembra una buona idea su cui ricercare, un buon tema da approfondire vi sembrerà l’anticristo dopo pochi mesi e vi chiederete PERCHEEEEE’ ho scelto questa menata noiosa, tutte queste parole spese, che nessuno leggerà mai… cercate di essere un minimo maturi da non vedere questa opportunità come una fonte di guadagno o come un modo indolore di entrare in Nuova Zelanda. La ricerca va sentita, bisogna esserne convinti altrimenti saranno i peggiori 3 anni della vostra vita.Marialuisa Proudly powered by Weebly