Il medico
della mutua

&nbsp Il Dottore della Mutua … qui si chiama GP, General Practitioner e si occupa di tutto tranne che gli schianti improvvisi e inaspettati, nel qual caso si va ovviamente al Pronto Soccorso.

Occhio: se sei in Working Holiday o se ti hanno concesso un Work Visa per meno di due anni (i due anni possono anche essere “cumulati”: ad esempio, primo anno di work visa e poi un secondo work visa di un altro anni), dal GP e in ospedale ci puoi certamente andare, figuriamoci, ma paghi tutto e salato. L’assistenza sanitaria nazionale gratuita è concessa solo ai cittadini, ai residenti e ai titolari di visti di lavoro della durata di almeno due anni. Per tutti gli altri nulla, nada, rien, nichts, kahore! Vi fate – ed è obbligatoria – un’assicurazione sanitaria privata. Perché, a meno che non si tratti di un incidente e allora paga il Pantalone Kiwi – vi ritroverete indebitati fino alle orecchie.

Il GP si sceglie vicino, per comodità, ma si può anche andare a cercare un medico che vi hanno consigliato, magari in un altro quartiere. Noi abbiamo avuto culo. Quando siamo arrivati non conoscevamo molta gente e nessuno se la sentiva di raccomandarci il proprio medico… sembrava che fossero tutti degli aspiranti assassini.
Allora sono andata qui e ho preso a caso. Inserite la vostra città e scegliete General Practice, vi compariranno i nomi di tutti i medici registrati all’ordine e il loro cv, dopodiché googlate il nome e avrete l’indirizzo.

Il dottore qui si paga e in questo il sistema neozelandese ha trovato un fan: il mio marito dottore che durante le sostituzioni come medico dalla mutua in Italia, aveva code di 50 persone 48 delle quali erano ultraottantenni con tanta voglia di parlare, ma erano sani come pesci.In questa pagina:
Il GP
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Qui si paga circa 40$ per gli adulti [a Dunedin, perché a Christchurch i prezzi variano dai NZ$49 ai NZ$60. Però confermano che anche a Wellington pagano NZ$40], un 25% in meno per i bambini dai 7 anni ai 13 anni ed è gratis per i minori di 7. Gli anziani hanno degli sconti a seconda del reddito e i meno abbienti hanno la Social Card. Alcuni GP non fanno pagare fino ai 13 anni, ma non è una politica diffusa, nonostante il governo National ne abbia fatto un cavallo di battaglia: “Se vinciamo le elezioni, il dottore non vi fa pagare!” (ma chi cazzo paga il dottore? Occhi da pesce, nessuna risposta). Le chiamate a domicilio costano di più, ma anche là dipende dal dottore. Per le chiamate fuori orario Ahahahahah! Scusate. Si va dallo Urgent Doctor, tipo un medico della mutua delle emergenze. Fila, pazienza e poi con un po’ di fortuna uscite con la medicina che vi serve.

Il GP ha moltissimi pazienti, il bacino d’utenza è più numeroso, spesso anche molto più esteso in termini di territorio, rispetto all’Italia. Dipende dal posto in cui vi trovate. Ad Auckland potrebbe essere un isolato, in West Coast potrebbe essere 50 km di raggio. Nelle zone rurali il GP si muove in quad, cavallo, jeep. Nelle grandi città del nord probabilmente in BMW. Il nostro qui al sud in Toyota Estima 8 posti del 1984, con le tendine sporche di lecca lecca panna e cioccolato. Ma è un gran figo.
Il GP è l’unico che può mandarvi da uno specialista, a parte l’infermiera di triage che vi raccoglie da terra se finite in Pronto Soccorso. Se avete un problema chiamate il GP, la segretaria vi dà un appuntamento e il dottore vi vede, se può il giorno stesso, se non giudica la cosa urgente, magari anche il giorno successivo. Sta a voi descrivere il vostro problema in modo convincente. Di solito la parola magica con i bambini è “non mangia più”, 10 minuti dopo siete in sala d’attesa. Se avete bisogno di un controllo questo non è il paese degli sprechi. Non sognatevi di farvi fare lo scan completo ogni anno solo per essere sicuri di non avere nessun morbo, no. Se arrivate con un dolore, un disturbo particolare allora potreste essere mandati dallo specialista. Il GP chiederà alla segretaria dello specialista di mettervi su o giù nella lista d’attesa a seconda dell’urgenza. L’attesa per la visita varia a seconda del dipartimento, a volte si aspettano 6 tragici mesi per un legamento del ginocchio, a volte una sola settimana per una mammografia. Se a mandarvi è il GP non si paga nulla, se invece vi intestardite a volervi fare l’ecografia del dito del piede perchè vi sentite che potrebbe cadervi in futuro, allora pagate. Per un controllo ginecologico si paga (un rene e una fornitura di cannoli a vita da consegnare prima delle 8 su vassoio direttamente sul comodino di casa del ginecologo), per una visita ginecologica di accertamento dal vostro GP si pagano i 40$, per una visita specialistica con il referral del vostro GP non si paga.

Dicevo che il GP fa tantissimo, quasi tutto. Le sue competenze sono generali, ma non superficiali. Il GP vi tiene quanto più possibile lontano dall’ospedale. Vi mette i punti se vi tagliate, vi mette il gesso se vi scassate (e ha l’apparecchiatura per l’RX altrimenti direi che è meglio l’Emergency Room), vi fa la palpazione del seno, controlla se avete cisti all’utero e soprattutto è il pediatra dei vostri figli. Raccoglie la storia della famiglia e se è serio, dopo la prima visita, sa già tutto di voi ancora prima che vi sediate. Spesso avrà compagnia… già … allievi dottori che fanno pratica, ma vi chiederanno prima se volete farvi visitare dall’allievo. Poi tutto verrà rivisto dal vostro GP se non starà ad assistere alla visita. L’unico problema di queste visite è che ci vuole tempo. Gli allievi ovviamente stanno imparando e vanno lenti e per tentativi, siate pazienti. Se volete medici bravi domani, devono pur iniziare da qualche parte. La cosa bella è che al contrario dell’Italia qui i medici non vengono cacati fuori dall’Università già professori, certo fanno in tempo a diventare stronzi, ma vederli da piccoli fa tenerezza. Noi abbiamo incontrato una allieva indiana, una cinese e una malese. Quella malese si è dimenticata entrambi gli imbutini usa e getta dell’otoscopio nelle orecchie di mio figlio, non si è accorta di nulla finché non le ho fatto notare che il pupo assomigliava più a Shrek di quando eravamo entrati e non per il colore della pelle. Una risata ed è passato tutto. Il GP ha scherzato sulla svista ed è finita lì, senza “Fantozzi! Lei è un incompetente!“. Vi accorgerete che i medici qui sono tutti estremamente bravi con i bambini, li mandano perfino a fare 2 settimane al Kindy per fare pratica, di solito li si riconosce dal numero di bambini appesi addosso (poveretti non sono ancora genitori e neanche educatori, i bambini queste cose le annusano e li sbriciolano vivi). Poi i bimbi vanno a fare visita agli allievi medici al Teddy Bear Hospital, dove portano i propri pupazzetti a farsi curare, così gli aspiranti medici hanno un’occasione di interagire con bambini non sofferenti, scherzano e mettono il gesso al cane di pezza o un cerotto sull’ombelico della giraffina di stoffa. Il risultato è che i bambini vanno dal dottore saltellando e non terrorizzati all’idea di trovarsi la mummia in giacca e cravatta che li gira e li rigira fingendo di non far caso ai pianti e alle lacrime. Poi magari ci azzeccano entrambi, ma l’esperienza qui è decisamente positiva. Sono anche generalmente meno interventisti. Questo dipende dalle esperienze personali, ma mentre in Italia il pediatra mi aveva subito elencato una serie di interventi da fare su uno dei miei figli da appena nato (adenoidi, graffette al dotto delle orecchie, tonsille, frenulo della lingua e via così verso file di bisturi affilati), qui non ho avuto nessun accenno ad un possibile intervento chirurgico, nonostante spesso siamo là con la tonsillite lui conta con pazienza gli intervalli tra una tonsillite e l’altra e dice che è ottimista… gli intervalli sono sempre più lunghi. Tranquilla, magari si risolve. Quindi è un’altra concezione di medicina, meno interventista, più paziente, che forse devasta i nervi dei genitori, ma farà meglio al bambino? Speriamo. Intanto la Nuova Zelanda è un paese in cui non ci si può procurare le medicine a sgamo, niente “sì, poi ti porto la ricetta”, “dottore non ho voglia di tornare, me ne prescrive 4?” No. Sprechi ZERO. Ci si può comprare a malapena le pastiglie per la tosse e i cerotti senza ricetta. Per il resto si passa dal medico.
[Parentesi ricette mediche
In generale le medicine sono “mutuabili”, cioè le paga lo stato, e ci viene chiesto solo di pagare una prescription charge come contributo al costo. 
Il ticket per ogni farmaco sovvenzionato è di NZ$5, le prescrizioni per i bambini sotto i sei anni non si pagano e al primo luglio 2015 anche quelle per i ragazzini sotto i 13 anni sono esenti dalla charge. Tuttavia, se il farmaco non è completamente sovvenzionata, potrete avere un costo aggiuntivo.
Per gli aficionados (in formato single o famiglia), c’è anche una comoda e conveniente 
Prescription Subsidy Card: questa carta permette a chi ha già pagato nel corso dell’anno la prescription charge per 20 ricette di non pagare il ticket fino al 1 febbraio dell’anno successivo.]Capitolo a parte il dentista. Noi qua abbiamo la clinica universitaria, dove per poco ci facciamo affettare dagli studenti dentisti. Funziona. Sono alle prime armi, ma molto scrupolosi: prima di fare qualsiasi cosa chiamano il supervisore, il supervisore del supervisore, il sindaco e infine il Papa per avere conferma. Le emergenze sono sbrigate subito invece per le cure definitive c’è una lista d’attesa. C’è una differenza di prezzo di circa il 60% con il dentista privato. Però bisogna essere residenti o cittadini.

Le assicurazioni. Munitevi di vaselina e accomodatevi prego. Le assicurazioni sono tutte differenti, quella con cui ho avuto la migliore esperienza è stata la Southerncross e la Vero (quando non era Allianz -tedesca-), il link non ve lo metto perché ora sono diventati dei pezzi di merda, ma se volete verificare googlate e buon divertimento. Per avere un’idea di quali e quante assicurazioni, ma soprattutto delle loro rispettive piccole e costose inculatine mignon c’è sempre Consumer che raccoglie le opinioni e i giudizi da parte di un ente indipendente su tutto, assicurazioni comprese, tipo l’italiano Altroconsumo. Il problema con la Vero avrebbe fatto pure sorridere se non mi fosse costato 400$, avevo bisogno di una visita e mi hanno risposto che mi avrebbero rimborsato solo se il medico mi avesse fatto fare una visita inutile… la logica dietro tutto questo mi è ancora oscura: se ho un morbo, mi faccio visitare e me lo trovano non mi rimborsano, se mi sembra di avere un morbo, mi fanno una visita e non me lo trovano allora me li ridanno. Ho tenuto la mail, la rileggo ogni volta che penso di farmi un’assicurazione. Sull’utilità dell’assicurazione in sé ci sarebbe da aprire un dibattito. Il rimborso arriva spesso in pochi casi e solo dopo aver litigato con l’agente per telefono e mail. La cifra sborsata per il premio annuale è spesso più alta del rimborso che si chiederebbe, specie se siete generalmente sani. Io vi consiglierei di assicurarvi sempre se non siete residenti e avete un work visa inferiore ai 24 mesi, assicuratevi se siete in Working Holiday e in vacanza: vita, denti, malattie, incidente, invalidità, perdita del lavoro, morte e/o malattia grave di parenti in Italia (vi pagano il volo per tornare). Ora avete il permesso di smettere di toccarvi le palle. Se siete residenti (e guadagnate bene) e non avete un mutuo potrebbe essere superfluo. Se avete il mutuo è praticamente obbligatorio per almeno uno di voi, di solito chi guadagna di più. C’è poi la questione che dovete provare di aver contratto l’eventuale malattia dopo aver firmato il contratto con l’assicurazione (e qui ci si gioca qualsiasi rimborso dal dentista nel migliore dei casi…). Quindi anche in questo caso va un po’ a culo: fate alcune considerazioni e decidete per conto vostro, ma in ogni caso LEGGETE BENE il contratto, perché le assicurazioni non sono associazioni di volontariato, bensì multinazionali.

In generale il sistema sanitario neozelandese finora ha funzionato, adesso stanno iniziando a tagliare purtroppo, soprattutto fuori da Auckland e Christchurch. I tagli colpiscono i centri con scarso elettorato, che però sono anche zone rurali enormi, con grande disagio degli abitanti che devono farsi ore di ambulanza e magari 2 o 3 notti in albergo (pagate con le nostre tasse) per una dialisi, ad esempio. Sappiate dunque che c’è molta differenza tra le grandi città e i centri minori, dove magari lo psichiatra o l’oncologo arrivano una volta ogni 2 settimane da Christchurch, Dunedin, Auckland. Noi al sud abbiamo milioni di debito e una struttura non antisismica e piena di magagne anni ’70, ma con buoni medici e personale specializzato. Altrove troverete strutture più moderne e scintillanti. Pochissimi medici sono neozelandesi perciò preparatevi agli accenti più strampalati, specialmente indiani, cinesi e malesiani [il nostro a Chch è catalano, quando non ci capiamo – soprattutto per i termini tecnici – switciamo allo spagnolo!]. Di solito i neozelandesi hanno posti di dirigenza, più per segnare il territorio che per competenza, ma questo lo scoprirete da soli. In generale per le poche occasioni in cui mi sono serviti medici e/o personale specializzato ho sempre trovato persone gentili, preparate e professionali, in situazioni in cui potrebbe esserci dell’imbarazzo da parte del paziente iniziano a chiacchierare casualmente, come se non stesse succedendo granché; mentre con i bimbi sono sempre attenti, ma divertenti e pronti a giocare. E il GP nonostante gli italiani continuino a pensare che è un semplice medico generico, un sottoposto del medico specialista, è quello invece che tiene in piedi il sistema sanitario, evitando code, sovraffollamenti e sprechi.Marialuisa
[e Viviana]


&nbsp Foto FotoCi sono cose che, se ci vogliamo bene, dobbiamo fare.
Una lussuriosa colazione con pane e Nutella® mentre fuori nevica, ad esempio, oppure del sano shopping selvaggio quando l’umore è uggioso o anche una bella controllatina alle tette con cadenza regolare.
In Italia, avevo l’abitudine di sottopormi annualmente ad un regolare tagliando: un check up completo sotto e sopra. Ed essendo ancora giovane e con le poppe sode [credici!], mi limitavo all’ecografia mammaria. Una spalmata di gel ghiacciato è passava la paura. Niente raggi X, niente di troppo invasivo, anche perché sembrerebbe che prima della menopausa la mammografia dia troppi falsi positivi.
Poi, una volta superata la fatidica (e comunque sempre ben accetta) soglia dei quaranta, ho dato il via a controlli un po’ più approfonditi. Certo, lo screening per il cancro al seno viene passato dalla mutua italiana alle donne di età compresa tra i 45 e i 69 anni (ci possono essere differenze a seconda delle regioni) prevedendo una mammografia ogni 2 anni; per le altre, e quindi anche per me (anche se non fossi stata iscritta all’AIRE) l’unica strada percorribile è quella della visita privata, ovviamente a pagamento: circa 150 € (a Treviso, dicembre 2015) per farmi squizzare le tette. Doloroso? Sì, perdio!


E in Nuova Zelanda?
Qui i controlli cominciano alla stessa età; il programma di screening biennale riguarda le donne tra i 45 e i 69 anni.- sempre che abbiano diritto alla sanità pubblica, ovviamente – e funziona che il BreastScreen Aotearoa ti manda una lettera a casa, invitandoti a prendere un appuntamento per un controllo gratuito. Prenoti e il giorno della visita ti rechi in clinica – che a Christchurch sembra più una spa a 5 stelle che un reparto di diagnosi ospedaliera – e ti fai martoriare le poppe a loro piacimento.
Se hai meno di 45 anni, di norma non rientri nel programma nazionale e lo screening è, ovviamente, a pagamento: $169 per un Ultrasound Breast – Unilateral Diagnostic, mentre una ecografia ad entrambi i seni si dovrebbe aggirare attorno ai $250-260 e la mammografia sui $150. A quelle cifre devi aggiungere il costo del tuo GP per il referral. La buona notizia, almeno per me, è che dopo questa mia prima visita, per i successivi appuntamenti non avrò bisogno della prescrizione del mio medico di base. Quarantanove dollari risparmiati, che comunque non fanno schifo!

E il Pap test?
Quello te lo racconto qui sotto:Viviana


&nbsp Foto

Di sopra – leggi su – e… di sotto!

FotoI programmi di prevenzione per il cancro al collo dell’utero iniziano generalmente ovunque piuttosto presto, ma se in Italia si prevedono controlli triennali per le donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni, il National Cervical Screening Programme in Nuova Zelanda inizia con il compimento dei 20 e ti copre fino al raggiungimento dei 70.

Come funziona?
Anche qui come per lo screening ​al seno, dopo esserti iscritta ad un ambulatorio medico e aver scelto il tuo GP, ti arriva una lettera a casa in cui ti invitano caldamente a fissare il tuo smear test. Prenoti generalmente dal tuo medico di base e un’infermiera procede alla “fastidiosa manovra”. Se sei molto fortunata, puoi ritrovarti anche il pubblico in sala: una wannabe-nurse che ti fissa lì mentre la sua maestra le mostra tutta la procedura. E ti va pure bene che – nell’era digitale – quella non voglia riprenderti con il telefonino per poi ripassare a casa! Ma mai dire mai…

Il servizio di screening è totalmente gratuito (sempre che tu abbia diritto al servizio sanitario nazionale) anche se a pagamento è la prestazione dell’infermiera che esegue fisicamente il Pap Test: il prezzo varia a seconda dello studio medico ma – se non ricordo male – il mio si aggirava attorno ai $30.
Similmente all’Italia, il programma, dopo un inizio piuttosto pressante (2 controlli nei primi 2 anni), prevede esami a scadenza triennale e, solitamente, a parte il primo risultato che ti viene comunicato con apposita lettera, gli esiti vengono inviati solo al tuo smear taker. Se vuoi essere informata, devi espressamente farne richiesta all’infermiera che, solo a questo punto, ti girerà la comunicazione del National Cervical Screening Programme.
Strano? Non molto, perché funziona così è per tutto: dagli esami del sangue alla mammografie, alle visite specialistiche… Il diretto interlocutore è il tuo GP che – dice – ti contatterà solo se vi sono valori anomali. In realtà il mio medico mi telefona sempre, facendomi passare dei brutti quarti d’ora perché, se mi chiama, vuol dire che qualcosa è andato storto, no? No! Era solo per rassicurarmi. Te possino!


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