Lettera
da Hogwarts
Eccoci qua: superiori time ed una serie di domande e risposte sul sistema neozelandese.
Hogwarts, Durmstrang o Beauxbatons? Quale scegliamo?
Che domandona. Le possibilità sono infinite (se consideriamo 366 il valore di infinito in questo caso – valore corrispondente al numero di scuole superiori presenti sul territorio). Si può scegliere la scuola locale (potete chiedere ai vicini o al vostro agente immobiliare o landlord in quale school zone siete), si può scegliere quella privata (beati voi e vi scegliete quella che volete in tutta la NZ), quella integrata (di solito cattolica, ma anche lì potete scegliere quella che volete) o quella alternativa (le tengono ben nascoste ma ci sono). Fatevi un giro sul sito dell’Education Review Office per farvi un’idea migliore di cosa andate incontro. Per i neozelandesi andare in certe scuole è una questione di onore di famiglia, ma voi avete il potere di cominciare una vostra tradizione, scegliete accuratamente! Il boarding è un’altra possibilità a questa età ma, diciamocelo chiaro, una mamma italiana che manda suo figlio a vivere a sei ore di distanza e lo vede solo ogni tre mesi? Sì, succede. Mai.
Quali materie scegliere?
Il bello è che puoi scegliere quello che vuoi! Inglese e matematica sono obbligatori solo fino alla fine della seconda superiore. Occhio alla scritte in piccolo nel contratto che fate con la scuola però. Se lo/la mandate in una scuola cattolica, religione è, ovviamente, una materia obbligatoria! E in molte scuole vi è l’obbligatorietà di materie come inglese (qualcuno capisce qualcosa!) e scienze (quasi tutte le facoltà apprezzano un background scientifico). Il resto è nelle vostre mani.
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I figli so’ pezzi ‘e core
Mio figlio ha studiato samoano per 4 anni e la sua scuola non lo offre. Che faccio?
Nessun problema! Esiste la scuola per corrispondenza o in videoconferenza. Le materie offerte tramite questo sistema aumentano ogni anno e per i neozelandesi è gratis.
Mio figlio entrerà nella Gryffindor house?
… Purtroppo no. Nessuna scuola neozelandese prevede una cerimonia con tanto di sorting hat, canzoncine e musichette. Al momento dell’iscrizione il vostro pargolo verrà associato a una “casa” (gruppo di studenti) il cui nome può variare da un colore (Yellow, Red) a un bishop (Redwood, per esempio) a un fondatore della scuola e rimarrà in quella “casa” per tutta la sua carriera scolastica in quella scuola. E preparatevi a tante sane competizioni. Far parte di una “casa” sono pianti di gioia e di dolore: il nuoto non è più un’attività rilassante, ma diventa una lotta per ottenere punti, così come la corsa campestre o la competizione per la haka migliore.
Quidditch team? Mio figlio soffre di vertigini.
Nonostante ci siano dei gruppi di quidditch, non preoccupatevi, la maggior parte degli sport avviene su terra ferma. Lo sport è fondamentale in Nuova Zelanda, quasi come il fish ‘n chips. L’aspettativa è che tutti gli studenti vengano coinvolti in attività sportive. Netball, rugby, hockey, waterpolo, swimming, futsal, tennis, badminton, squash… La lista è infinita. Ah dimenticavo: genitori, preparatevi a scarrozzare i pargoli il sabato mattina per andare a giocare. Si, perché gli allenamenti sono durante la settimana ma i match, beh, quelli il sabato mattina e, spesso, prima delle 9 (am, in caso pensavate alle altre 9).
Se invece scegliete Christchurch e i vostri pargoli praticano uno sport solo per motivi “sociali”, allora siete in una botte di ferro: le partite sono il mercoledì pomeriggio e il sabato… si dorme! O si va all’Ikea. Magari no, un po’ fuori mano arrivare fino a Sydney solo per una libreria Billy. Certo è che se, invece, il vostro piccolo erede è il nuovo Dan Carter, il sabato (e a volte anche la domenica) diventa proprietà di vostro figlio.
Mio figlio è molto curioso: e se dovesse mangiare i Muggle beans?
Niente panico. Se succede a scuola, c’è l’infermiera (e in alcune scuole anche il dottore) che può prendersi cura di lui. Beans, peanuts, qualsiasi cosa, ci pensano loro. Molte scuole sono anche dotate di defibrillatori che tutti gli insegnanti sanno usare. Cosi come le epi pen. Per cui se vostro figlio vi racconta che l’insegnante di inglese ha placcato un ragazzo al suolo e gli ha ficcato una siringa nella coscia, potrebbe essere un caso di una allergia alle noccioline e di una siringa epi pen.
Se invece vostro figlio vi dice che ha preso l’invisibility bean, questa è la sua giustificazione dopo che la scuola vi ha telefonato/textato perché non si è visto in classe per le prime due ore (alcune scuole chiamano dopo la prima ora). Vi consiglio di dirigervi verso il più vicino centro commerciale/Mad butcher o casa della fidanzata e scoprirete che l’effetto invisibilità è già sparito.
Trip to Ollivander
Be’, è d’obbligo. Qualche settimana prima dell’inizio dell’anno scolastico vi arriverà una lettera a casa con la stationary list dei prodotti che il vostro pargolo userà per l’anno scolastico successivo. Generalmente ve la caverete con una mezz’ora da Warehouse Stationary, un centinaio di dollari e uno stop al McDonald’s sulla via di casa. I libri sono… no, i libri non ci sono. Per alcune materie, a vostro figlio sarà richiesto di acquistare un workbook (generalmente tramite la scuola e addebitato sul vostro account che salderete alla fine di ogni term, costo medio: circa NZ$ 15).
Se non devo spendere centinaia di euro sui libri di testo posso permettermi una vacanza in Italia ad agosto allora?
Non proprio. Purtroppo non avete ancora comprato l’uniforme. Obbligatoria. Giacca, cravatta, maglione, camicia (be’, due in caso una si debba lavare), pantaloni corti (per l’estate) e lunghi (quelli invernali), calzini corti (per l’inverno) e lunghi al ginocchio (che sono, invece, estivi) e scarpe (rigorosamente, secondo le regole scolastiche, nere). E poi la divisa sportiva per educazione fisica (pantaloncini, pantaloni lunghi e maglietta) e il top della “casa”. Diciamo che il primo anno sono dei bei soldini, ma fate come i genitori neozelandesi: prendete tutto due/tre taglie più grandi, tanto vostro figlio crescerà, e risparmiate negli anni successivi! Per le ragazze, scusate ma sono meno afferrata sull’argomento: giacca, vestito estivo, gonna per inverno, maglione, camicia e cravattino (credo quello vari da scuola a scuola) e purtroppo, sandalo (marrone) con calzino.
La prima volta che vedrete vostro figlio diciassettenne in giacca e cravatta con pantaloncini e calzini fino al ginocchio vorrete fargli una foto da mandare a tutta la famiglia, credetemi!
Make up e personal style
Sono due concetti banditi completamente dalle scuole. Make up (incluso smalto per le unghie) non è permesso. Rumours narrano che le ragazze trovate con make up vengano costrette a struccarsi usando solo acqua (e in case rari sapone), ma in poche sono disposte a parlare di questa esperienza. Per i capelli: raccolti e di colore naturale. Il viola, nonostante sia il colore della mucca Milka, non è considerato un colore naturale.
Per i ragazzi trattamento simile: capelli corti o raccolti in una coda (il collo deve essere libero), colore naturale e pettinabili. E la barba? Niente hipsters nelle scuole superiori da queste parti. In un tentativo di promuovere eguaglianza (?!?), i ragazzi devono farsi la barba tutti i giorni. Se ciò non dovesse succedere, si mormora di una dry shave con solo acqua (e forse sapone). In questo caso posso confermare che il rossore dura solo un paio di giorni.
E il mio moko?
Ah il moko, be’, coprilo. Non sono permessi tatuaggi visibili né orecchini (in caso di ragazzi). Tutto deve essere coperto. Oppure scegli scuole alternative dove ti puoi vestire come come ti pare e fare quello che vuoi.
Noi siamo abituati andare al mare per tre mesi d’estate, qui che si fa?
Be’, non si va. Non per cattiveria ma, avete visto che vento e che sole?
E comunque, le vacanze sono distribuite in maniera diversa. Ci sono due settimane tra i vari term (se non vi sta bene scegliete scuole private, li è diverso) e poi tra l’ultimo term e il primo dell’anno successivo ce ne sono 6 o 7. In totale sono i soliti tre mesi ma distribuiti su tutto l’anno. Se volete rientrare in Italia, per non fargli perdere la scuola, dovreste andare a Natale (le scuole di solito chiudono dopo l’Immacolata e non riaprono fino ai primi di febbraio). Due settimane ad aprile, due a luglio e due a settembre/ottobre sono le altre opzioni.
Spero che tra le righe abbiate avuto la possibilità di capire un po’ il sistema. Ho scelto un approccio leggero (e ironico) perché non tutti voi che leggete avrete bisogno di questo capitolo. Però so anche che alcuni di voi saranno interessati a maggiori informazioni: le potete trovare nell’apposito Boring Bits. Lì poco umorismo e più dettagli pratici del tipo: come capire se una scuola è buona, che materie scegliere, come funzionano i crediti, che cosa è il NCEA. Per quello che non troverete nei Boring bits sarò contenta di rispondervi al meglio delle mie conoscenze. Boring Bits Francesca
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