Viaggiare in Otago

Dunedin Siete arrivati fino in Otago, questa regione misteriosa che ben pochi Italiani in Nuova Zelanda hanno esplorato decentemente. Insomma è facile dire che Dunedin è brutta e che qui fa freddo senza mai averci messo piede. Tanto più che Dunedin non è che una minima parte delle attrattive che l’Otago offre.
Partiamo dal presupposto che state arrivando in auto da nord, percorrete la Highway 1 verso sud lasciandovi alle spalle Christchurch, avete l’oceano sulla sinistra, ma non lo potete vedere dall’autostrada fino a quando non superate il confine naturale con il Canterbury: il Waitaki River. Dopo che vi siete lasciati alle spalle il Canterbury, fateci caso, non si sta meglio? Ma che due palle da Christchurch fino a Oamaru, 250 km di infinita tritatura di maroni. E invece oltre il ponte dopo neanche 15 minuti di macchina l’azzurro dell’oceano e il verde delle colline vi accompagneranno dalla terra delle mucche alla terra delle pecore. Che sono molto più simpatiche. Passiamo dal rosso e il nero al blu e giallo, dai crociati (che quest’anno 2015 se le sono prese dai mitici Highlanders e ancora rode parecchio) ai bagpipers, dai British agli Scottish, gente con le chiappe al vento, mica siamo l’unione canottieri noi. Immagine ImmagineOamaru è il primo centro urbano che incontrate, non sarebbe onesto chiamarla città, dato che si attraversa in macchina in circa 2 minuti se beccate tutti i semafori rossi. E’ famosa per i suoi edifici vittoriani e per le sue 2 colonie di pinguini. C’è anche il Museo Steampunk che però è più una collezione amatoriale che un museo vero e proprio. Si dice anche che Oamaru sia un buon posto dove mangiare bene, e infatti ci sono molti piccoli caffè e ristoranti. Noi abbiamo provato a fermarci in un locale del porto, vicino al bellissimo playground per bambini, ma siamo stati trattati parecchio male dallo staff e siamo andati a mangiare al mac per vendetta (contro noi stessi forse più che contro lo staff cafone del ristorante). Devo dire che però i piatti che servivano erano belli da vedere e anche abbondanti…chissà magari un giorno in cui il manager non è in sindrome…
Subito dopo Oamaru c’è Moeraki famosa per le sue rocce vulcaniche rotonde, set di uno dei film di Narnia e anche oggetto di numerosissime fotografie…dalle normali foto ricordo a bambini che escono dalle rocce come dinosauri dalle uova, uomini che si appostano dietro alle giganti sfere di roccia per poi ironizzare sui loro ‘maroni neozelandesi’ con gli amici, ragazzi che si rincorrono saltando da una roccia all’altra…a Moeraki c’è un gift shop, ma soprattutto un ristorante con un buonissimo (superlativo) seafood chouder, fish&chips di blue cod e altri piatti anche meno impegnativi a prezzi modesti. Un consiglio: calcolate i tempi giusti in modo da giungere a Moeraki solo con la marea bassa altrimenti le rocce non saranno visibili.


ImmagineGuidando verso sud incontrerete un incrocio all’altezza di Palmerston: potrete decidere se proseguire per Dunedin oppure prendere la strada 85 per Alexandra e il Central Otago passando per Ranfurly. Se decidete di prendere la 85 verso Alexandra, trattengo una risata e vi dico che oltre allo stupirvi che ci viva della gente su quel tratto di territorio, potrebbe interessarvi Naseby…non vi conosco…magari se avete la passione per la mountain bike o per i posti in cui non prende neanche il telefono cellulare della CIA. E infatti il cartello di benvenuto di Naseby recita qualcosa tipo ‘La cittadina del Relax, dove tutto è tre metri sopra il livello di preoccupazione’, certo che da morti di noia niente vi toccherà più. E il caffè dell’unico bar è indecentemente cattivo. I fatti notabili di Naseby sono il curling (capitale nz del curling e che vi aspettavate bungee jumping?) e appunto i giri in bici di cui tra l’altro la signorina dell’ufficio informazioni è ignara. La nostra costernazione di fronte alla sua faccia meravigliata è stata impagabile: siamo andati a Naseby consigliati da amici appassionati del cross country ed in effetti ci sono dei grovigli di stradine che attraversano la foresta e una serie di pick-up parcheggiati con barre portabici…mio marito con la bava alla bocca, ma anche stranamente responsabile chiede all’ufficio del turismo se hanno delle mappe dei giri in MTB. La mountain bike? Davvero ci sono dei tracciati? (Ma che fa piglia per il culo?) Non ne sapeva nulla…povera stella, questi organizzano cose divertenti e neanche la invitano. E va be’.
La statale 85 prosegue verso Alexandra che è una graziosa piccola città che vanta le temperature più fredde in inverno e più calde in estate. Chi nasce qui dice di venire da Alex. C’è un bel ponte (anzi uno e mezzo) sul fiume Clutha, il secondo fiume più lungo e capace della Nuova Zelanda, che è anche il fiume della Gold Rush, ha un bellissimo colore verde intenso che preannuncia la bellezza dei laghi del Central Otago. Alexandra è un buon punto tappa nel viaggio verso altre destinazioni (Wanaka o Queenstown): ci si ferma per un caffè, per un po’ di benzina o anche solo per sgranchirsi le gambe al parco. Alexandra non è una meta particolarmente appetibile, non c’è granché che possa incoraggiare più di un breve stop over, ma se avete intenzione di pescare allora vi divertirete. Ci sono poi ancora dei vecchi appassionati di ‘gold panning’, cercatori d’oro che si accovacciano in posizioni ambigue tra le roccie per setacciare il letto del fiume (e qualche piccola pepita si trova ancora).


ImmagineMa lasciamo la 85 qui e riprendiamo la Highway 1 dove l’avevamo lasciata a Palmerston.
Palmerston, il villaggio in vendita, dove mai ho incontrato un essere umano se non dal benzinaio… ed era appunto il benzinaio. E il pover’uomo era talmente contento di avere un cliente che mi ha raccontato la sua vita col pistolone della verde in mano, mentre io in verità cercavo solo di sopravvivere al lunghissimo viaggio Christchurch-Dunedin con 3 figli smaronati in macchina. Dunque passando (velocemente) attraverso Palmerston potete anche seguire le indicazioni per le spiagge che trovate sulla sinistra. Insomma se avete i panini e volete fare una sosta…fate pure, non ve ne pentirete. La sabbia è piacevolmente fine e gialla, potreste trovare cavalli e cavalieri, moto e quads; generalmente è solo frequentata da gente che si vuole godere una bella passeggiata in riva all’oceano, ma non è raro trovare qualche deficiente che si è cappottato facendo le sgumme sulla sabbia con il fuoristrada. Potete fermarvi anche prima di Palmerston a dire il vero…c’è una bella passeggiata e il faro di Shag Point da vedere. Dopo Palmerston invece ci sono Waikouaiti e Karitane. La prima solo per la spiaggia, la seconda per il piccolo porticciolo, la passeggiata sulla spiaggia, il marae di Puketeraki e il parco da poco valorizzato dalla famiglia del marae, che ha avuto la bellissima idea di creare un percorso sulle tracce dei primi maori insediatisi nella zona raccontandone le abitutini, le vicessitudini e le battaglie. C’è anche un piacevolissimo playground per chi viaggia con bambini, ottimo per una pausa.

Procedendo verso Dunedin ad un certo punto sulla vostra destra trovate la Cheese Factory di Evansdale, vale la pena una sosta, sono molto bravi e lavorano sodo. Il loro formaggio affumicato è molto buono e anche quello con la cera rossa. I prezzi sono modici: 25 dollari per 3 pezzi di formaggio qui è un prezzo onesto. L’omino al banco è un argentino chiacchierone che ama il calcio…se siete competenti e gli state dietro vi fa lo sconto.
All’altezza di Evansdale c’è anche il bivio per Warrington che ospita una comunità di posseduti dall’ecologismo. Tenetene conto quando e se deciderete di andare a fare una visita. Raccogliete una vongola in più e la vecchina di passaggio che prima vi sorrideva contenta si trasformerà nel peggiore dei vostri incubi, neanche il Balrog di Gandalf è così incazzuso. Vi troveranno ammanettati al segnale stradale in attesa dell’arrivo della forestale. Warrington come anche Karitane ha maree estreme e con la bassa l’oceano lascia spazio a distese di sabbia chiara e pozze di acqua azzurra e verde dove correre e giocare, osservare i delfini da lontano, farci il bagno insieme, vedere i leoni marini prendere il sole e le beccaccine cercare cibo con il loro becco rosso lunghissimo.
Di fronte a Warrington c’è Waitati, raggiungibile dalla Highway 1 tramite un bivio poco segnalato, quando si vede il cartello è già troppo tardi…ma il bellissimo vivaio di Waitati vi può aiutare ad imboccare la stradina giusta. Il vivaio ha anche un caffè all’interno con un buon tagliere di formaggi di Evansdale, salumi, marmellate, pane e conserve, ottimi caffè e bibite organiche. Anche i piatti caldi sono molto buoni, ci mettono un attimo a servirvi, ma l’attesa nel dehors esterno è molto piacevole soprattutto in una giornata di sole e al ritorno dalla spiaggia. Servono anche delle patatine chunky molto buone condite con pepe e sale (parmesan e l’onnipresente aglio) dentro a dei vasi di terracotta di diverse misure a seconda che vogliate morire felici o felicissimi, ovviamente di accompagnamento c’è la salsa ajoli. ​
La spiaggia di Waitati è Doctors’ Point, un piccolo paradiso sconosciuto ai più, nascosto alla fine di una strada sterrata che parte proprio da dietro al vivaio. Doctors’ Point è da visitare a marea bassa, se si cammina verso destra quando si arriva alla spiaggia si raggiunge un passaggio sotto la roccia che è attraversabile solo con l’acqua bassa. Superato quel passaggio si apre una bella spiaggia tra scogliere e oceano dove spesso capita di imbattersi in numerosi pinguini, litigare con i leoni marini per un fazzoletto di acqua o avvistare i delfini tra le onde. 
La passeggiata continua fino alla spiaggia successiva Purakanui Beach raggiungibile attraverso una spaccatura nella roccia. E’ un posto meraviglioso per i bambini, qualcuno anni fa ha appeso delle corde agli alberi e i bambini si arrampicano sulla scogliera e si lanciano con la corda verso la spiaggia. Si può dondolare un po’ prima di lanciarsi, facendo attenzione a non spiaccicarsi di schiena sulla roccia. Sul promontorio che divide Doctors’ Point da Purakanui si trovava un antico villaggio maori, ora non c’è più nulla se non un sentiero e una vista sull’oceano mozzafiato. Se la marea lascia tempo si può continuare oltre verso la fine della spiaggia e fino al fiume, ma meglio calcolare bene i tempi perché se la marea sale a coprire la grotta di Doctors’ Point rimanete poi a dormire là. E tentare di passare sotto la grotta a marea alta è molto pericoloso. 
Da Waitati si può anche decidere di abbandonare la Highway 1 e prendere la statale verso Port Chalmers seguendo le indicazioni per l’Orokanui Ecosanctuary. Al santuario degli uccelli nativi si entra a pagamento, ma potete dcidere se visitarlo per conto vostro o farvi accompagnare dalla guida. La seconda opzione vi garantisce che effettivamente vediate gli uccelli nativi, mentre spesso la prima opzione di trasforma in una piacevole passeggiata in mezzo a bestie piumate sconosciute che fischiettano in alto da qualche parte. La guida vi farà vedere i kiwi birds e visto che siete particolarmente amanti del rischio vi presenterà i kea, gli equivalenti uccelleschi di Pierino la Peste, uccelli che si dilettano nel danneggiare le parti in plastica dei veicoli, rubare lacci e o qualsiasi cosa di un colore invitante e, perché no…tanto è gratis, bere il cappuccino degli ospiti del bar…per poi diventare ulteriormente isterici.
Riprendendo la strada secondaria dal santuario a Port Chalmers con un po’ di fortuna avrete l’occasione di fermarvi a scattare qualche panorama. In realtà ci sono due possibili strade secondarie, una appunto vi porta a Port Chalmers, Debora Bay e poi da là dritti a Dunedin, zona stadio e campus universitario, l’altra è Mount Cargill Rd molto più panoramica e che arriverà in città a nord est, in una zona detta North East Valley appunto, dove si trova Baldwin Street, la strada più ripida del mondo.


Immagine Lasciando da parte Dunedin, di cui si è già parlato in una sezione a parte, ma rimanendo comunque entro i confini del distretto, si potrebbe optare per un giro sul treno storico, The Taieri Gorge Railways , il trenino giallo che vi porta comodamente verso diverse destinazioni della costa o dell’interno, un tempo offerte ai pendolari delle zone rurali che venivano in città per lavoro o studio. Ora con l’autostrada i pendolari non prendono più il treno e le linee sono diventate esclusivamente di interesse turistico. Qui trovate le destinazioni.. I costi non sono moderati, se avete le risorse è una bella gita da fare, la consiglierei a famiglie con bambini tranquilli e a pensionati che sono stanchi di guidare e gradirebbero una pausa dal volante. La linea verso Oamaru ripercorre la strada costiera di cui avete letto sopra, le linee verso Middlemarch e Pukerangi sono molto caratteristiche, i ponti in legno che considerereste di attraversare solo ad Eurodisney e solo sul vagone dei nani minatori, consapevoli delle norme di sicurezza EU e quasi confortati dalla copertura assicurativa di una multinazionale nel malaugurato caso in cui vi si spettinassero tutti i capelli…be’ ecco…meglio non sporgersi ché si sposta il peso di lato e il trenino sbanda. Ma il capotreno è sempre di buonumore e anche ultraottantenne, quindi o gli è sempre andata bene, o usano gli ultraotantenni apposta. Immagine Immagine Sempre all’interno dei confini dalla città, ma secondo i veri Dunners (abitanti di Dunedin) ad una distanza incompatibile con la vita per potercisi insediare stabilmente si trova l’Otago Peninsula. Abitata prevalentemente da Europei e da storici proprietari terrieri che stanno lentamente lottizzando e vendendo ad Europei, per la gioia di tutti…la Penisola è un piccolo paradiso residenziale travestito da attrazione turistica fino a Company Bay e poi diventa zona rurale, rifugio per chi cerca la tranquillità delle passeggiate sulla spiaggia, le gioie dell’orto e della caccia all’opossum, la pace di una birra sul molo al tramonto. Essendo appunto una Penisola, la costa ovest si affaccia sull’Otago Harbour mentre la costa est si affaccia sull’Oceano Pacifico. Fino a poco tempo fa c’erano due strade percorribili: Portobello Rd verso la baia e Highcliff Rd che corre lungo la cresta ed è molto spettacolare nelle giornate soleggiate, da lassù si gode un bellissimo panorama del porto e da un certo punto in poi dell’oceano e le sue spiagge. Purtroppo Highcliff Rd è ora percorribile solo fino a Pukehiki e poi si deve girare a sinistra verso il Larnach Castle e Camp Rd per ritornare su Portobello Rd. Si spera Highcliff possa riaprire presto dopo i danni causati dall’alluvione di giugno 2015, quando parte della strada è crollata. Immagine Immagine ImmaginePortobello Rd diventa successivamente Harington Point Rd e vi porta fino alla fine della Penisola, al Royal Albatross Centre che comprende un forte (ancora mi interrogo sulla sua utilità, ma insomma una ne avrà pure avuta se è lì…o no….) e un bellissimo faro sulle alte scogliere a strapiombo sull’oceano. Ovviamente ci sono anche gli albatross (e tanti gabbiani) un bel tappeto di guano e tanti occhietti rossi idioti che vi scrutano. Se volete morire tirate fuori una barretta di cereali, un tramezzino, un pezzo di cioccolato…Hitchcock in confronto aveva un’immaginazione da pivello. Da Harington Point si vede l’altro capo dell’Otago Harbour: Aramoana e il molo dove chi vuole immergersi pesca la paua, chi invece preferisce non morire assiderato può pescare con la più classica canna da pesca. A dire il vero un amico di Terranova pescava tranquillo con muta e coltello, ma lui si faceva la doccia alla pompa di benzina del suo villaggio, fuori e in mutande, quando con meno 45 le tubature domestiche si ghiacciavano (per 90 giorni all’anno) e rimaneva attivo solo più il bagno pubblico. Vedete voi. I giri migliori che chi ama camminare sono nella zona di Sandfly Beach, Boulders Beach, Sandymount e Cape Saunders. Sulla strada del ritorno se volete potete fermarvi all’Otakou Marae, uno dei firmatari del trattato di Waitangi e un gran bel marae da fotografare. Notate le miriadi di lepri sui prati là attorno? Non toccatele, non cacciatele, non mangiatele…hanno passato più di una peripezia: da animale introdotto per sbaglio, riprodottosi fuori controllo, infettato col cimurro per causarne la morte, esperimento fallito…e ora non sono neanche più commestibili.
La Penisola offre tanti bei giri in MTB, occhio a non entrare (ignorando segnali di ‘proprietà privata’ e annesse indicazioni per ottenere i permessi e giorni e orari in cui non ve n’è necessità) nelle proprietà degli ‘storici’ abitanti, quelli con ettari ed ettari di terra che vivono nelle capannine di amianto e lamiera circondati da pecore…sparano. I motivi per cui potrebbero indispettirsi, oltre al vostro trespassing, variano di poco attorno al tema della riproduzione delle pecore: durante un mese si accoppiano, durante un altro partoriscono, poi gli agnellini sono troppo piccoli per essere disturbati dai gitanti ecc. In qualche caso tuttavia si cerca, con grande impegno e serietà, di proteggere l’ecosistema dei pinguini e dei leoni marini, prego quindi di fare molta attenzione ai cartelli del Department of Conservation. Certo a volte non siete voi a cercare il leone marino, ma è lui che vi rincorre, sappiate che per l’omino di guardia la colpa è (giustamente) sempre vostra. I pinguini vanno guardati in silenzio gente! Non serve gridare ai propri compagni di gita che ne avete visto uno…altrimenti il povero pingu abbandona le uova e voi avrete combinato un gran bel casino.


Lasciandosi alle spalle Dunedin potete decidere di proseguire verso sud sulla Highway 1 e andare quindi giù dritti verso il Southland ed Invercargill, oppure prendere la strada secondaria per Brighton, Kuri Bush e Taieri Mouth. La strada del vecchio granaio.
In quella zona c’è poi un dedalo di strade sterrate che vi conducono a bellissime spiagge deserte per lo più di sabbia gialla e grigia chiara, più raramente di piccoli cristalli di quarzo bianchi e gialli come le belle spiagge della costa ovest della Sardegna…solo con 20 gradi in meno di temperatura esterna. Molti parlano bene della zona di Taieri Mouth per la pesca e per un eventuale giro in kayak, magari da tenere in considerazione. Per una guida più scorrevole occorre però tornare verso la H1 e Milton. Se avete tempo una strada sterrata che parte da Milton e va verso la costa vi conduce a Crystals Beach, la spiaggia di cristalli da cui il nome, e dopo qualche chilometro a Bull’s Creek, il mio posto preferito e che faccio un po’ fatica a condividere, ma via ormai è fatta. Bull’s Creek è un posto appartato e sconosciuto dove i locali vanno nel weekend a trascorrere qualche ora in pace nel loro ‘crib’ o ‘bach’ o ‘shag house’…insomma un buco messo su con assi di legno che sta su per miracolo, ma teatro di memorabili sbronze e grigliate. Andate pianissimo su quella stradina, per educazione. (E ignorate il megalomane che si è costruito una villa pazzasca in vetro e legno vista spiaggia). L’accesso al mare parte da sotto enormi totara trees e conduce a destra verso una spiaggetta riparata e a sinistra verso una laguna stupenda con un sentiero che porta alle cascate. Immagine Immagine ImmagineDa Milton potete tornare verso Alexandra percorrendo la 8 e armatevi di soldi in contanti se viaggiate in estate: ci sono i frutteti da cui comprare direttamente la frutta. Ottime le pesche e le albicocche di Lawrence, Fruitlands e Roxburgh, le ciliegie sono eccezionali e spesso trovate anche frutti di bosco e noci e nocciole. Notate un cambiamento nel clima e nel paesaggio già all’altezza di Raes Junction, l’aria è più calda e secca, le rocce si fanno rossastre e la vegetazione lentamente diminuisce e si fa più bassa. Ciò significa che si avvicinano le vigne e gli alberi da frutta più impegnativi climaticamente parlando. Ma riprenderemo l’argomento quando arriveremo ufficialmente in Central Otago.
Se invece volete proseguire ancora un po’ sulla H1 raggiungete Balclutha, conosciuta dai locali per il suo ponte, ma sconosciuta la ragione della sua esistenza ai più…una volta c’era una cartiera, ora esiste per inerzia, ma è comunque l’anticamera del Parco Naturale delle Catlins quindi c’è un gran passaggio turistico. Comprate il cibo che vi serve per la giornata  al New World e non avventuratevi nei takeaways locali se proprio non siete dotati di stomaco e intestino a prova di bomba. 
A Balclutha potete quindi decidere di stare sulla H1 per Gore e poi successivamente Invercargill oppure prendere verso Owaka, l’ultimo centro abitato con gente vera per gran parte dell’anno prima di entrare nelle Catlins.
Prima di Owaka ci sono diverse cose da visitare per chi ha tempo e voglia (magari prendendo la Kaka Point rd verso est e proseguendo poi sulla Esplanade per diversi km di strada sterrata), una di queste è Kaka Point, Jack’s Blowhole (che non è una performance hard, ma una spaccatura nella roccia abbastanza impressionante da cui nei giorni di tempesta l’oceano manda spruzzi per centinaia di metri di altezza…a centinaia di metri dall’oceano…come sia possibile lo lascio scoprire a voi), infine degno di nota Nugget Point: un faro che segnala alle navi di passaggio un tremendo e pericolosissimo gruppo di scogli molto grandi e appuntiti (direbbero quelli che ci sono andati a sbattere e fidatevi sono stati moltissimi). ​


La zona è bellissima e vale la pena farsi la breve passeggiata al faro per qualche foto. Anche Cannibal Bay è molto bella Immagine Immagine ImmagineLa gita prosegue poi oltre Owaka verso le Purakaunui Waterfalls, una gradevole camminata di 20 minuti verso le cascate nel bush neozelandese. Non bevete l’acqua dei bagni, come qualche bambino genio di mia conoscenza ha fatto, ignorando i cartelli con i teschi e le scritte di pericolo…è sopravvissuto, ma d’altronde non era morto neanche dopo il takeaway cinese di Balclutha. 
Oltre Papatowai ci si può fermare per una visita alle Cathedral caves, sempre badando alla marea, dato che se il mare non è ai minimi l’ingresso è impossibile. Viaggiando verso sud ogni spiaggia offre qualcosa da vedere, da antichi relitti di velieri che affiorano sono durante la bassa marea alla foresta pietrificata di Curio Bay, dove è molto facile incontrare gli Hector Dolphins, per loro sarà un piacere darvi una molto canina nasata nel deretano mentre nuotate, non si perdono un sedere. Oltre Curio Bay vi state pericolosamente avvicinando al Southland, patria di schiappe al superrugby, luogo di tempo atmosferico infimo, definito da molti bucodiculodelmondo, ma che tuttavia offre delle stupende aurore australi, in certe occasioni.
Tornando invece all’incrocio di Gore tra la H1 e la 94 che diventa la 6 verso Queenstown o la  90 che vi riconduce alla 8 verso Alex(andra), ci si sposta verso il Central Otago. Ora io personalmente preferisco arrivarci tramite Alexandra, ma sono gusti personali e dipende anche un po’ dall’itinerario che si sceglie e dal tempo a disposizione. Alex vi introduce al Central Otago dei frutteti e del buon vino, meno turistico e lussuoso di Queenstown, più autenticamente campagnolo. Dopo Alex c’è Clyde, un antico centro minerario di cercatori d’oro, zona della Gold Rush. Ancora visibili, previo sterrato, le vecchie baracche dei minatori e le gallerie nel terreno (non cadeteci…sono proprio buchi qua e là lungo il sentiero non sempre segnalati decentemente, non sempre chiusi da gliglie…occhio ai pupi). Oltre Clyde si raggiunge Cromwell con il suo gigante cesto di frutta a darvi il benvenuto (da cui tempo fa vendevano all’asta la pera…chissà se se la sono comprata). ​


Cromwell si affaccia su un magnifico lago verde smeraldo, il paesaggio è marziano e affascinante, i colori forti e il sole caldo, ve ne sarete accorti già a Clyde di quanto è grandioso questo paesaggio. Proprio dopo il ponte all’ingresso della città sulla sinistra ci sono dei capannoni dove vendono ottima frutta, prodotti locali, miele e frutta secca. Noi ci fermamo spesso per un gelato o un frullato. Sono molto buoni (e relativamente costosi). Cromwell dunque sta su un lago, Dunstan Lake, chiuso da una diga da cui si trae la maggior parte dell’energia eletrica rinnovabile della Nuova Zelanda. Prima di essere chiuso il lago era ovviamente più basso quindi la vecchia Cromwell non era esattamente dove è oggi la cittadina moderna…infatti il vecchio insediamento si trova sottacqua. Prima di inondare la zona alcuni edifici sono stati spostati più a monte e si possono ancora visitare, un piccolo esempio di come doveva essere un tempo Cromwell. Immagine Poco prima dell’ingresso di Cromwell, prima del ponte, la Highway 8 vi avrebbe riportati verso nord e verso il Canterbury, è la strada che mette in comunicazione i laghi del Central Otago con l’High Country e il Mackenzie, la regione dei laghi del Canterbury. La strada che invece si trova all’uscita ovest di Cromwell è la numero 6: a destra si viaggia verso Wanaka e Hawea, a sinistra per Queenstown e il Lake Wakatipu. Supponendo che vogliate prima visitare Wanaka, vi godrete una bella guida panoramica tenendo il Lake Dunstan sulla destra. I frutteti e i vigneti sfilano da entrambi i lati fino a Luggate, dove invece inizierete ad intravedere una simpatica lottizzazione che sta un po’ togliendo a Wanaka la sua tradizionale immagine bucolica (e che ha fatto schizzare i prezzi delle case verso e oltre i 600mila dollari). Poco prima di raggiungere la cittadina sul lago c’è il parco divertimenti di Puzzling World, costruito attorno al tema delle illusioni ottiche e con un labirinto all’esterno molto carino (col sole)…prevedete almeno un paio di ore per uscirne. Immagine Immagine  Wanaka è la cittadina ‘alternativa’ del Central Otago, ‘alternativa’ in origine perché sede invernale di molti snowboarders e sportivi della neve, ora ‘alternativa’ perché è meno cara di Queenstown e chi ha fatto in tempo ha comprato a Wanaka per molto poco prima della speculazione edilizia. Bisogna ammettere però che Wanaka conserva il suo fascino: il panorama è bellissimo e la vista del lago e le montagne del Mount Aspiring National Park è insuperabile. ​Ci sono numerosi locali dove fermarsi a mangiare dopo una sciata a Cardrona magari, il Lone Star (dove però vi faranno attendere in una sala nella speranza che spendiate un centone in birra mentre loro –con tutti i tavoli liberi- se la sogghignano…dunque chiedete di mangiare subito perché avete fretta), oppure la Speights (il cosciotto di agnello o il petto di pollo ripieno alle erbe sono ottimi come anche la birra rigorosamente Speights) o ancora gli altri piccoli locali sulla via principale (l’unica e sola). C’è in particolare un caffè che fa angolo con una traversa, con una serie di panche fuori circondate di stufe a gas per esterni per rendere l’atmosfera calda e accogliente anche in inverno, illuminato da luci colorate…non ricordo il nome ma ne parlano tutti molto bene, magari è da provare.
Immagine Immagine A breve distanza da Wanaka di trova un altro dei miei ‘rifugi segreti’, un luogo da trattare bene, molto silenzioso e tranquillo, più appartato rispetto a Queenstown e Wanaka ma altrettanto bello: Lake Hawea. Questo piccolissimo villaggio è composto da poche case, tutte o quasi affacciate sul lago e quasi per la totalità case vacanza. C’è un campeggio e un albergo con un ristorante, il cielo notturno è spettacolare vista la lontananza dei centri abitati più grandi. Immagine Immagine ​​La passeggiata che parte dalla riva del lago, parallela alla strada asfaltata, vi porta fino in cima alle montagne dell’Ahuriri Conservation Park, che separano il Lake Hawea dal Lake Ohau, ancora in Otago, ma meglio raggiungibile se si costeggia il fiume Waitaki al confine tra Canterbury e Otago (statale 83 e poi 8). Dalla cima dei monti Auhriri si possono vedere entrambi i laghi, Hawea e Wakatipu, è un’escursione non impegnativa da fare preferibilmente in estate e con tempo stabile. Molto molto bella. Su quella costa del Lake Hawea si dice che Peter Jackson abbia ambientato la scena in cui Gandalf non ricorda come aprire le porte di Moria mentre dal lago esce il mostro marino che sbatacchia un po’ Frodo. Immagine Immagine Se si rimonta in macchina sulla strada numero 6 in direzione nord-ovest, si costeggia il Lake Hawea sulla destra  per un tratto e poi, dopo aver superato una località nota come The Neck, si passa a costeggiare il Lake Wanaka questa volta sulla sinistra. Se avete il mio stesso spirito di avventura vi verrà in mente di proseguire fino a Makarora ‘per vedere com’è’…probabilmente la supererete senza accorgervene, come è successo a noi. Ad ogni modo la strada continua verso alla West Coast, località Haast attraverso parte dell’Aspiring National Park…e via verso l’infinito e oltre.
Tornando invece a Wanaka, e se state viaggiando in inverno…vorrete fermarvi a sciare a Treble Cone oppure anche proseguire verso Queenstown attraverso la strada che passa da Cardrona, che non è più la numero 6 (che vi riporterebbe a Cromwell), ma un’altra strada secondaria: la Cardrona Valley Rd che poi diventa Crown Range Rd. A dire il vero ora a Cardrona si scende anche in down hill con le bici, per cui anche in estate va bene, anzi quasi meglio. A Cardrona c’è un vecchio saloon, molto caratteristico, grandi bevute e buona cucina, non aspettatevi mille stelle Michelin…ma se siete stanchi dopo lo sci, vi accoglie sicuramente una bella atmosfera. Immagine Immagine Immagine
​La Crown Range Rd  arriva fino a Queenstown, è una strada molto panoramica, occhio ai turisti diversamente abili alla guida e anche molta attenzione se viaggiate in inverno perché c’è il famigerato ‘black ice’, il ghiaccio che c’è ma non si vede…perché ha lo stesso colore dell’asfalto. Ah e in Nuova Zelanda non spargono il sale contro il ghiaccio…spargono la ghiaia…state a distanza di sicurezza dalla macchina che vi precede. 
A dicembre invece fioriscono i ‘lupin flowers’ quindi i lati della strada si colorano di tutti i colori possibili, sono dei fiori bellissimi e fioriscono solo tra fine novembre e fine dicembre.


Prima di Queenstown fermatevi ad Arrowtown, se volete visitatene il museo e anche la parte dedicata ai minatori cinesi, il loro villaggio e la loro storia, è una bella passeggiata. C’è un negozio di cioccolatini e caramelle proprio al centro dell’unica e sola via principale e qualche gelateria sparsa qua e là…non garantisco sulla qualità perché i prezzi erano un po’ troppo sopra la ragionevolezza. Immagine Immagine Immagine Infine Queenstown: la Las Vegas dell’Otago, un posto per ricchi con dei paesaggi molto suggestivi…altrimenti non ci sarebbero i ricchi…ma la cui atmosfera è un po’, come dire, intaccata dalla massiccia presenza di turisti con le tascone rigonfie e spesso anche un po’ arroganti. Ma insomma ci si tappa il naso e si visita il giardino botanico, e magari si fa una partita a golf freesbie…uno sport un po’ del piffero, ma geniale 
Una tappa obbligatoria è FergBurger, patria di enormi e pluripremiati hamburgers. Da slogarsi le mascelle. Gustateveli seduti sul prato in riva al lago o magari sulla banchina del vaporetto per godersi il lago che cambia colore quando passano le nuvole o a seconda dell’inclinazione del sole. Per una sosta in un caffè Mall Street fa per voi. Se vi va di guidare ancora per un bel pezzo (70 km più o meno) spingetevi verso Glenorchy o ancora più in là a Kinloch, dove la strada sterrata finisce. ​ Immagine Immagine In linea d’aria siete vicinissimi ai fiordi, ma non si possono raggiungere con mezzi privati, occorre chiedere di partecipare ad una carovana guidata di jeep che per una modica cifra attorno ad un rene più forse qualche altra parte del vostro corpo, vi conduce al Milford Sound. A Glenorchy si pesca, si fanno gite a piedi sui monti attorno e si sta in modeste cabine o, se l’avete in tenda. Niente fronzoli. Portatevi la vostra spesa magari da Queestown. Gli abitanti hanno duramente lottato contro una proposta del governo di costruire un tunnel per mettere in comunicazione Glenorchy ai fiordi…e per fortuna l’hanno spuntata loro…immaginatevi un bel tunnel in una zona tra le più a rischio terremoti e tra le più selvagge ed incontaminate della Nuova Zelanda. Ovvio che i Nationals volevano scavarci un bel buco. Ora un altro genio vuole costruirci una monorotaia…quando si parla coi deficienti non si è sicuri che il messaggio arrivi. Fate il giro dal Southland per raggiungere i fiordi…d’altra parte quel che conta non è la destinazione… è il viaggio, no? Proudly powered by Weebly