Il trasloco dall’altra parte del mondo è molto rock ‘n roll.. Ti viene meglio se sei sempre fuori. Si può essere sistematici quanto vi pare, ma ogni scatola è un ripensamento. Considerate le seguenti opzioni in stile rock star: spaccare tutto e fare un falò, vendere tutto alla cifra più alta possibile, portarsi tutto dietro.
Ogni trasloco trans-continentale che si rispetti è una combinazione di queste cose.
Cernita (buttare/regalare/vendere) e impacchettamento (valigia/scatolone via air freight/container su nave cargo)!
Partendo dal presupposto che la cernita è cosa personale, vi invito a tenere in considerazione la destinazione: andate in Central Otago? È possibile che non metterete mai più un paio di scarpe coi tacchi; andate ad Auckland? Buttate i maglioni di lana; Andate al sud? Buttate il bikini; andate in West Coast? Ma che ci andate a fare in West Coast?
Strategia, prima di tutto. Lo spazio è limitato: sull’aereo si possono caricare in stiva dai 23 kg ai 30/35 kg (con un minimo di elasticità a seconda della compagnia aerea), attenzione però che la compagnia aerea non cambi ad un certo punto e da 30 vi ritrovate a dover stare entro i 23.
Per posta le tariffe sono alte, ma è cosa buona e giusta spedirsi le cose che vi servirebbero prima dell’arrivo dell’eventuale container e che si possono mettere sottovuoto, tipo i piumoni, le giacche e altre cose leggere, magari poco ingombranti, che non vale la pena ricomprare in Nuova Zelanda. E badate bene: in Nuova Zelanda nel 90% dei casi non vale la pena di ricomprare nulla, è tutto molto più caro e spesso la scelta è limitata. Non date via il piumino d’oca matrimoniale perché tanto ve lo ricomprate poi… qui la stessa cosa di buona qualità vi costa 2 mila dollarozzi.
Nel caso abbiate bambini piccoli, in quella strana fase di passaggio da un seggiolino auto all’altro, dal seggiolone alla sedia, dal passeggino alla corsa campestre… qui si può comprare a buon prezzo di seconda mano su www.trademe.co.nz (ma non vi aspettate la fulgida Chicco) oppure affittare alla Plunket per l’auto, così evitate carichi inutili.
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I documenti portateli con voi nel bagaglio a mano. La posta viene aperta praticamente sempre in dogana e non è bello trovarsi il pacchetto con la pergamena di laurea e i record accademici firmati dal rettore in unica copia sparsi a cazzo nel vano del furgone del postino (che per l’occasione aveva anche una gabbia di polli e un porcellino d’India sul sedile anteriore). Tenendo in considerazione che qui la dogana è molto attiva dovete premunirvi: se per caso accidentalmente il vostro piumone è stato luogo di qualche mitico festino a base di marijuana negli anni ’90 state tranquilli che il cane doganiere va in panico e il pacco verrà aperto e sezionato.
Se il valore o la quantità di ciò che viene importato è oltre un certo limite vi chiederanno di compilare documenti aggiuntivi e pagare una tassa (qui potete leggere più informazioni), tutto dipende anche dal tipo di uso che fate dei beni importati, se sono nuovi e dal tipo di visa che avete (per approfondimenti, questa è la vostra Bibbia). Sul sito c’è tutto, ma può essere che andiate in panico, se avete dubbi, scrivete una bella mail, riceverete risposta entro massimo 3 giorni. Lo stesso sito vale anche per informarsi sul cosa si può caricare sul container e quanto costerà sdoganarlo. Sul cosa, in particolare, bisognerebbe informarsi qui: http://www.mpi.govt.nz/.
Ad esempio, se importate la vostra moto bisogna che si svuoti il serbatoio (ovviamente), se importate attrezzi da giardino bisogna che siano puliti, se importate oggetti di legno non trattato occorre chiedere maggiori informazioni, se importate ossa di balena e/o resti di animale protetto andate in galera.
Fate un bell’elenco degli oggetti di cui non siete sicuri e scrivete una mail alla Biosecurity.
Con un buon preavviso contattate le agenzie di trasloco internazionale (intercontinentale, interemisferico oserei dire). Non ce ne sono tantissime e vedrete che i prezzi variano parecchio. Se state per firmare un contratto con una azienda neozelandese (università, ospedali…) dovreste avere un relocation budget. Se l’avete, allora sedetevi e fatevi fare tutto da un’azienda specializzata in traslochi con la Nuova Zelanda, ad esempio la Crown o la New Zealand Land Movers. Vi fate pure piegare le mutande, mettere le tazzine da caffè nelle scatoline per le tazzine, con la carta velina perché non si rompano. Loro si occuperanno dell’elenco dei beni importati da consegnare alla custom, dello sdoganamento e dell’apertura delle scatole a destinazione. Se invece pagate voi, queste aziende potrebbero farvi un preventivo dai 20mila dollari in su. Più verso il su che verso i 20mila ormai. Quindi iniziate pure a spulciare internet. Noi abbiamo usato questa compagnia ma, badate bene, ci sono regole precise e ferree su come montare un container quindi non potete buttare tutto dentro a caso. Prima cosa fondamentale: se sapete che ci sono oggetti di interesse per la Biosecurity, che controllerà se i famosi attrezzi da giardino sono puliti, la moto non ha fango sulle ruote, il comodino della nonna non ha tarli inesistenti in NZ, cercate di far mettere tutto insieme e possibilmente chiedete che sia messo come ultima cosa davanti al portellone. Perché? Perché il controllo degli agenti della Biosecurity si paga a tariffa oraria. Se avete sparso roba ovunque e loro ci mettono una settimana a controllare PAGATE VOI. Ogni scatola deve essere numerata e dovete dichiarare esattamente cosa c’è dentro: n. 4 libri, n. 3 portafoto, n. 2 pentole, n. 1 caffettiera. Tutto. La lista che ne verrà fuori sarà consegnata allo spedizioniere e poi alla dogana e alla Biosecurity. Tenetene una copia, vi servirà (soprattutto se vi sparisce qualcosa nel frattempo… a noi ci hanno fottuto tutti i Lego a Genova, difficile sapere come e chi, probabilmente nel deposito di stoccaggio, mentre aspettavano il nostro ok per far partire il container).
La spedizione dura in media 2 mesi e viene spesso divisa fra due o più vettori a seconda degli scali, quindi fatevi dire se il vostro container cambierà nave, dove e quando, perché da là in poi il vostro riferimento non sarà più la compagnia di partenza, ma un’altra, con cui dovrete interagire voi. Chi organizza la partenza vi saprà dare tutti i dettagli. Quando la nave cargo con il vostro container sta per arrivare in Nuova Zelanda dovrete andare all’ufficio della Biosecurity per prenotare il loro controllo, l’agenzia di freight vi avrà a quel punto dato i dettagli dell’arrivo e voi potrete regolarvi con la Biosecurity per fare quello che serve. Dovrete anche scegliere una ditta di traslochi, possibilmente con uno spazio dedicato allo sdoganamento, noi abbiamo usato http://www.iconlogistics.co.nz/. Loro hanno preso il nostro container dalla nave cargo, l’hanno portato nel loro spiazzo, la Biosecurity è arrivata, gli agenti della dogana pure, hanno letto la lista, hanno solo controllato gli oggetti che erano ritenuti a rischio, il resto non l’hanno toccato. Le scatole sono state spostate dal container al camion e poi ci è stato consegnato tutto all’indirizzo di casa.
Il container quindi è una creatura sacra, voi non potete toccarlo, va riempito e svuotato/aperto negli spazi appositi nel porto di partenza e arrivo, non ve lo portano da riempire a casa in Italia, ma bisogna fare il passaggio ditta traslochi casa vecchia -area container – container su nave – area container – ditta traslochi casa nuova. Questo per evitare che ci carichiate dentro la suocera imballata nel polistirolo oppure, parlando più seriamente, a qualche simpaticone venga in mente di mettere 10 kg di meRDanfetamina nel vostro container perché tanto poi in galera ci andate voi. Anche per questo il container viene sigillato.
Assicurazione, come per tutto… potete decidere se assicurare o no il carico. Leggete le scrittine piccoline per le solite inculatine mignon, può essere che se non potete provare il valore della merce non vi rimborsino nulla in caso di affondamento/incendio/tsunami/maremoto. Noi abbiamo incrociato le dita e nel 2012 abbiamo speso circa 3500 Euro tutto compreso per un container da 20 piedi.
Altra considerazione importante: la misura. Il 20 piedi è il container piccolo, il 40 piedi quello grosso. Chiedete l’opinione di un traslocatore per essere sicuri quale container faccia al caso vostro. Non saprei dire la differenza di prezzo, certo non il doppio. Un consiglio ve lo darei, se siete in dubbio tra il prendere il 20 piedi e lasciare per terra la cucina figa e magari qualche materasso, forse vi conviene caricare tutto e prendere un 40 piedi perché (ripeto) ricomprare in Nuova Zelanda non conviene. Qui le case hanno la cucina inclusa, certo, ma a volte fa proprio cacare; se la vostra è nuova, vendete quella della casa neozelandese su trademe, o conservatela in garage nel caso vi dobbiate rispostare all’interno della Nuova Zelanda in futuro. Quello che potrebbe risultare inutile invece è l’armadio da 3 metri, qui ci sono i guardaroba e i soffitti bassi. Ah e se avete una stufa a pellet, portatevela, qui è roba pionieristica e costa come una gita sulla luna. Ma non portatevi il pellet, la Biosecurity potrebbe analizzare ogni singola caccoletta di legno per assicurarsi che sia tutto legno di segatura benedetto.Marialuisa Proudly powered by Weebly