Vota Antonio!

Anche se te ne sei andato dall’altra parte del mondo, il tuo diritto di votare non te lo toglie nessuno.
E checché se ne dica, così è sempre stato. Solo che, prima della Legge Tremaglia, chi voleva contribuire alla democrazia italiana, per esprimere la propria preferenza doveva rientrare in patria.
Da una decina d’anni, invece, puoi votare mentre te ne stai comodamente seduto sul tuo divano. Sempre che il plico elettorale ti arrivi in tempo dalla tua Ambasciata, ovvio!

Il “voto per corrispondenza” e la Circoscrizione Estero sono le trovate per invogliare gli italiani residenti all’estero a dare il proprio contributo. Solo che non funzionano per tutte le consultazioni elettorali. Vediamo un po’ in dettaglio. #LILNZ-in-PILLOLE: VOTARE ALL’ESTERO Home In Italí Altri argomenti in
Come fare per…in Italí:

Possono votare per corrispondenza i cittadini italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e anche i cittadini italiani che si trovino temporaneamente all’estero per motivi di studio, lavoro o per cure mediche per almeno 90 giorni entro i quali cade la data delle votazioni (legge 459 del 27 dicembre 2001, comma 1 dell’art. 4-bis).
Nel primo caso basta l’iscrizione all’AIRE nel secondo è, invece, necessario che l’elettore opti per l’esercizio del voto dall’estero inviando richiesta scritta al comune italiano di iscrizione nelle liste elettorali entro i dieci giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali

Elezioni politiche e referendum – SI
Il voto per corrispondenza vale per le consultazioni elettorali politiche e referendarie, ovvero per l’elezione du una o di entrambe le Camere (finché ce ne saranno due elettive) e in caso di referendum abrogativo ex art. 75 Cost. e confermativo ex art. 138 Cost. (il cosiddetto referendum costituzionale).

​Elezioni europee, amministrative e consultazioni referendarie locali – NO
Il voto per corrispondenza non è, invece, percorribile per le elezioni amministrative (regionali o comunali), per i referendum regionali e quelli sulla modifica delle circoscrizioni territoriali (rispettivamente artt. 123 e 132 Cost) e, per noi che viviamo fuori dalla UE, per le elezioni europee. In tali casi, l’elettore che vuole partecipare ai meccanismi democratici in questione dovrà necessariamente tornare in patria e votare nel collegio e nella circoscrizione elettorale a cui apparteneva prima dell’iscrizione all’AIRE.
E non chiedetemi il perché!
Sarà forse che le elezioni politiche sono viste come “consultazioni di ampio respiro”, sulle linee programmatiche della gestione di uno stato per le quali tutti i cittadini dovrebbero avere un interesse diretto, mentre le votazioni per il rinnovo degli organi rappresentativi regionali o comunali implicherebbero un legame diretto con il territorio per cui “voti se ci vivi”; oppure sarà che se mi voti da Christchurch per il rinnovo del Consiglio comunale di Comelico Superiore diciamo che non è proprio possibile garantire la segretezza del tuo voto; sarà quello che volete però – giuro – l’esclusione del voto per corrispondenza per le elezioni europee proprio non la capisco!

Devo, tuttavia, anche ammettere che di tutte queste preclusioni mi importa ben poco, dato che io sono sempre stata una fervente sostenitrice del diritto di voto legato al criterio della residenza, piuttosto che a quello cittadinanza. Un po’ come funziona qui, in Kiwilandia, dove votano – senza che nessuno si stracci le vesti – sia i cittadini che i residenti. Sia per le amministrative che per le politiche! Inconcepibile, signora mia!

Com.It.Es.
Ah! I Com.It.Es.! La notizia dell’anno e tema assai bollente.
Almeno in Niù Siland. Perché qui da noi, fino allo scorso ottobre (2014), non s’era mai sentito parlare di Com.It.Es. e poi – sbadabàn! – ecco la notizia delle imminenti elezioni di questo sconosciuto organo rappresentativo degli Italiani Residenti all’Estero.
In realtà, quelle appena svolte (aprile 2015) sono state le elezioni per il “rinnovo” dei Comitati di tutto il mondo, rinnovo di quelli precedentemente eletti nel lontano 2003, durati per tutto il loro mandato – di 5 anni – e mantenuti in proroga per altri 6, in attesa che il Parlamento italiano deliberasse il rinnovo delle operazioni elettorali.
In Nuova Zelanda si è votato, invece, per la prima volta, dal momento una Circoscrizione consolare si può fregiare di un Com.It.Es. solo se raccoglie almeno 3000 cittadini italiani lì residenti. Altrimenti ciccia. 
Così, dopo una serie di tira e molla – dovevamo votare a dicembre, ma poi il tutto è slittato ad aprile con la riapertura della presentazione delle liste in alcuni paesi e pasticciacci vari – ora anche noi in Nuova Zelanda abbiamo un Comitato e 12 rappresentati. Per fare cosa?
Questo, sembra: “I Com.It.Es. sono “organi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari” (art. 1, comma 2 L.286/2003). Pertanto, possiedono un ruolo tanto nei confronti delle collettività, di cui sono espressione, tanto dell’Autorità consolare, con la quale mantengono rapporti di collaborazione e cooperazione attraverso un “regolare flusso di informazioni”, al fine di tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini italiani residenti. 
Con riguardo alle loro funzioni, i Com.It.Es. contribuiscono ad individuare e promuovere le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento; con particolare attenzione nei confronti delle tematiche delle pari opportunità, dell’assistenza sociale e scolastica, della formazione professionale, del settore culturale, dello sport e del tempo libero.” [dal sito del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero]
Diciamo che, in realtà, cosa fanno lo scopriremo solo vivendo.

Come si è votato l’ultima volta per il Com.It.Es?
Ma ovviamente per corrispondenza.  Ma per poter essere inseriti nell’elenco elettorale per l’ammissione al voto per corrispondenza per l’elezione del Comitato degli Italiani all’Estero se ne doveva fare espressa richiesta inviando il modulo di “iscrizione” alla propria ambasciata almeno cinquanta giorni prima della data stabilita per le votazioni.

Chi poteva votare?
Tutti i cittadini italiani maggiorenni iscritti nelle liste elettorali e residenti da almeno sei mesi in una circoscrizione consolare estera. E se non sei iscritto all’AIRE ma vivi in questo paese da una vita? Be’, niente, non voti!Viviana Torna Su Proudly powered by Weebly