Vote for Antony

Vorrei aprire questo pezzo con una nota di fastidiosa pignoleria: in Nuova Zelanda, come in Italia, alle elezioni politiche si vota per il parlamento. Non mi tirate fuori il governo che non c’entra un fico secco. Il governo viene dopo. Se mi lo citate ancora, tornate al prossimo appello. Chiaro?

Bene, me ne compiaccio. Ora andiamo avanti.

La Nuova Zelanda è, una monarchia parlamentare (come la Gran Bretagna), il che vuol dire che le decisioni politiche nascono della relazione tra governo e parlamento e la Lizzie [Queen Elizabeth II, ndr], nella persona del suo rappresentante in Kiwilandia (il Governatore Generale) gioca un ruolo di garanzia.
Mettiamola così: c’è questo Parlamento, un tipo carino anche se un po’ complicato; ha tanti interessi, spesso contrastanti, una personalità sfaccettata, diciamo. Un giorno, ad una festa organizzata dalla sua amica Lizzie, incontra un tizio mai visto prima. Governo è davvero affascinante, si presenta bene, bella parlantina, un tipo deciso! Un paio di drink, una piacevole chiacchierata e Parlamento scopre che hanno molte cose in comune: la stessa visione sui grandi temi, lo stesso approccio alla vita.
Governo, si vede, è decisamente interessato e Parlamento, alla fine, decide di buttarsi e di concedere la propria fiducia a Governo. Potrebbe essere l’inizio di una profonda e duratura storia d’amore. Se non provi non lo sai!
​Ma Parlamento sa anche che le prime impressioni possono ingannare. E’ già rimasto scottato altre volte in passato: quante promesse infrante, quanti tradimenti! Per non parlare di quelli che, prima tutti coccole e paroline dolci, alla fine si sono rivelati prepotenti e prevaricatori: tu fai quello che ti dico io! Che fai? Mi controlli? Io faccio quello che mi pare.
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Ricordi dolorosi, ma pur sempre esperienze che l’hanno fatto crescere. Ora sa che la fiducia non è cieca, la fiducia va confermata giorno dopo giorno. Innamorato sì, ma mica scemo!
La Lizzie, nel frattempo, è lì che gongola: aveva organizzato tutto, la festa, gli invitati, i drink, solo per farli conoscere. Lo sapeva – lei – che erano fatti l’uno per l’altro! L’aveva capito dal primo minuto in cui aveva incontrato Governo: lui era quello giusto! E comunque, se proprio quello giusto non dovesse essere, be’ almeno si sarebbero divertiti un po’ e poi si sa: morto un Governo, se ne fa un altro!

Se mi leggesse il mio prof. credo che mi disconoscerebbe come sua allieva. Però, in soldoni è così che funziona. Gli elettori eleggono i membri del parlamento e sulla base del risultato delle elezioni (e delle consultazioni) il capo di stato (in questo caso il Governatore Generale) nomina un primo ministro e un collegio di ministri che – in linea teorica – possano ottenere la fiducia da parte del parlamento appena eletto. Solo il voto di fiducia esplicitamente concesso dal parlamento, poi, lo legittimerà. Il Parlamento e il Governo saranno, quindi, legati da un rapporto di fiducia ma la fiducia, si sa, può sempre venire meno. Sono uniti, ma anche ben distinti perché il Parlamento legittima ma, allo stesso tempo, controlla il governo.
E in un sistema elettorale proporzionale questa distinzione è ancora più netta, perché spesso il governo non è l’automatica trasposizione dei risultati elettorali. Spesso, infatti, non si ha un partito vincitore, con la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento e, quindi, con la capacità di governare da solo contro tutto e tutti. Spesso, quella che ci consegna il voto popolare è una situazione frammentata con un partito forte, ma non fortissimo, che per governare deve fare alleanze, concessioni, contrattazioni al fine di formare un governo di coalizione. E in questo caso, ancora più di prima, Parlamento e Governo sono uniti ma distinti, si corteggiano e si controllano, si desiderano ma si sospettano.
C’è da dire che, dal 1996, la Nuova Zelanda ha adottato un sistema elettorale di tipo proporzionale.Piccola parentesi: per quanto riguarda il suffragio universale, la Nuova Zelanda vanta il primato di essere stato il primo paese al mondo ad aver riconosciuto il diritto di voto alle donne (per le elezioni politiche nazionali).
​Era il 1893 e, comunque, sempre troppo tardi…

Prendete $10 dal vostro portafoglio. La vedete quella signora lì in blu? Quella è Kate Sheppard. Foto Kate Sheppard è stata una convinta suffragetta ed instancabile attivista per il riconoscimento del diritto di voto alle donne.
Curiosità 1: A sinistra nella banconota – l’immagine di camelie bianche. Questi fiori erano stati consegnati ai membri del Parlamento che avevano sostenuto il disegno di legge per il suffragio universale e, per questo motivo, sono diventati un simbolo della lotta per il diritto di voto delle donne.
Curiosità 2: Nei giardini botanici di Christchurch c’è un sentiero commemorativo per la Kate tutto tempestato [cit. in-colta] di camelie bianche.Chi può votare in Nuova Zelanda?
​Per votare in Nuova Zelanda non serve essere cittadini.
​E vi dirò anche di più: a volte non basta nemmeno essere cittadini!

Diciamo che quello che è importante è il legame fisico con Aotearoa. Devi trovarti in Nuova Zelanda ed esserci anche da un po’, oppure – se overseas – devi tornarci con una certa regolarità, altrimenti nisba.

Insomma chi ha diritto al voto in Kiwilandia?
Hanno diritto di voto i cittadini ed i residenti maggiorenni (ovvero over 18) che, nell’arco della loro esistenza, abbiano vissuto nel paese per almeno un anno consecutivo. Cittadini e residenti, quindi coloro che abbiano diritto a stare qui giù a tempo indeterminato.

I kiwi all’estero possono, pero’, iscriversi alle liste elettorali e, quindi votare, solo se nei 3 anni precedenti sono tornati almeno una volta in Nuova Zelanda. No representation without home sickness.
Per residenti, invece, si intendono sia i Resident Visa che i Permanent Resident Visa, sempre che abbiano vissuto in modo continuativo per almeno 12 mesi in Nuova Zelanda.

Come ci si iscrive?
On line. Compili il formulario, lo stampi, lo firmi e lo invii oppure procedi con la verifica dell’identita’ tramite RealMe. Se non c’hai internet, vai ad un Post Office.E come si vota alle politiche?
Niente, come in Itali’, vai al seggio con la tua EasyVote card e voti.
Sei un felice titolare di easy card se ti iscrivi almeno un mese prima delle elezioni, In questo caso, la procedura di riconoscimento al seggio è veramente più semplice.
Puoi ovviamente votare anche senza la EasyVote Card, ma devi dare una serie di informazioni personali per essere riconosciuto e ci metterai di più.

Interessante notare che “In a by-election, you can only vote within your electorate. In a general election, you can vote at any voting place in the country, but will need to cast a special vote if you are outside your electorate“.

Si ha un voto per il partito e un voto per il candidato che vorremmo rappresentasse la nostra circoscrizione elettorale in parlamento.
Puoi votare anche solo il partito o solo il candidato, come preferisci.
Quello a destra è il facsimile della scheda elettorale, tanto per prendere confidenza. E ricorda: if you make a mistake when voting, then return your spoiled paper to the issuing officer for a replacement.
Mai paura! In Nuova Zelanda tutto si aggiusta. E senza troppi patemi d’animo! Scheda elettorale - facsimile Curisità 3: Le elezioni politiche del 2017 si terranno il 23 Settembre.
Eppure, si può votare da lunedì 11 settembre fino a venerdì 22 settembre recandosi a un advance voting place. Poi, sabato 23 settembre tutti i seggi saranno aperti e disponibili per le normali operazioni di voto (dall 9.00 del mattino alle 7.00 di sera). Per votare in quella data, perà, devi esserti iscritto ai registri elettorali entro venerdì 22 settembre. NON ti puoi iscrivere al seggio!

Early voting, anche conosciuto come advance voting, è un’opzione praticabile in Nuova Zelanda dal 2008 senza che il votante debba presentare alcuna ragione particolare: non so, qualcosa come voto prima perché vado all’estero, oppure voto prima perché quel giorno sarò convalescente e non potrò recarmi al seggio. Non devi giustificare il motivo per cui vuoi votare prima.
 
L’early voting è possibile in circa 300 seggi appositamente creati. Si narra che per le politiche del 2011 circa il 14,7% dei votanti hanno optato per l’early voting (circa 334,600).Viviana Torna Su Proudly powered by Weebly